IL REGIME DELLA NAVIGAZIONE FLUVIALE SUL DANUBIO

[da ITALIANI IN BULGARIA numero 6 del 13 novembre 1997]

IL DANUBIO è per la sua lunghezza (2860 km) il secondo fiume d’Europa. Attraversa il territorio di Germania, Austria, Slovacchia, Ungheria, Serbia, Bulgaria, Romania e Ucraina, prima di formare un delta e gettarsi nel Mar Nero unendo l’Europa centrale con quella orientale. Storicamente, l’importanza del Danubio è connessa alla sua navigabilità, che permette alle navi di risalire dal delta sul Mar Nero sino a Budapest: per il trasporto di persone e merci, esso ha sempre costituito la principale rotta fluviale d’Europa. Sin dall’antichità, per ragioni di ordine geografico il fiume è stato diviso in tre parti: l’Alto Danubio, cioè la parte navigabile, il Medio Danubio dove inizia il delta, e il Basso Danubio, o Danubio marittimo, la zona che attraversando il delta riva al mare. Fino al XIX secolo, le ultime due zone furono una via d’acqua interna all’impero ottomano, mentre l’Alto Danubio era controllato dall’Austria che, intrattenendo relazioni commerciali con i paesi balcanici, avvertì per prima l’esigenza di regolamentare giuridicamente la navigazione danubiana. Nel corso del XVII e XVIII secolo furono conclusi tra l’Austria e la Turchia i primi accordi bilaterali che disciplinavano la navigazione del fiume. Ma l’egemonia fluviale dell’Austria finì all’inizio del XIX secolo quando la Russia, con la conquista della Bessarabia, estese il proprio territorio fino al Danubio.

IN OCCASIONE del Congresso di Vienna nel 1815 fu proclamata la libertà di navigazione nell’interesse generale di tutti gli stati, per tutte le navi e tutte le merci sui fiumi Reno, Elba, Oder e Danubio. A questa dichiarazione di principio seguirono una serie di atti bilaterali conclusi tra Austria, Russia e Turchia. Nel 1856 il Trattato di Parigi, che seguì alla guerra di Crimea conclusasi con la disfatta della Russia e l’allontanamento di questo paese dalla zona del Danubio, conferì alla navigazione danubiana per la prima volta uno statuto internazionale: la navigazione sul fiume delle navi e dei beni di tutti gli stati fu dichiarata libera con l’impegno da parte dei governi interessati ad adottare misure per regolamentare e sviluppare il traffico fluviale. Al fine di organizzare la navigazione furono costituite due commissioni internazionali: una Commissione europea incaricata di sovrintendere ai lavori necessari per la eliminazione delle strettoie nel delta del fiume, e una Commissione permanente rivierasca, organo incaricato di garantire effettivamente la libertà di navigazione. Questa regolamentazione durò fino al 1918. con la fine della prima guerra mondiale si giunse ad un nuovo statuto internazionale del fiume regolato in tutti i dettagli da una convenzione conclusa a Parigi nel 1921 cui aderì anche l’Italia come stato vincitore della guerra. Nell’agosto 1948, a seguito dei trattati di pace successivi alla seconda guerra mondiale, fu adottata a Belgrado una nuova convenzione relativa al regime di navigazione del Danubio, firmata da Unione sovietica, Bulgaria, Yugoslavia, Ungheria, Romania, Ucraina e Cecoslovacchia, che vedremo in dettaglio nella seconda parte.

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