LA CAMPANARA PAZZA
[da ITALIANI IN BULGARIA numero 11 del 29 gennaio 1998]
Sua eccellenza l’ambasciatore d’Italia, che non è sordo, deve avere le finestre molto bene insonorizzate nella sua residenza di ulitsa Shipka. Nella nostra redazione invece, che dà sul lato opposto della cattedrale Alexander Nevski, il mal di testa arriva puntualissimo ogni sabato alle 17 e domenica alle 9 con il delicato “concertino” di quasi mezz’ora della campanara pazza.
MARIA ZABOVA, 60 ANNI, Già insegnante di matematica, sale i 213 gradini per percuotere con sadomasochismo le 22 tonnellate di campane nella cupola, la più grande delle quali afferma potersi sentire a 40 km di distanza. Noi che siamo a cento metri abbiamo pensato a diverse soluzioni: un fucile di precisione, un cannone laser, una piccola bomba nucleare tattica… Ma siccome siamo nonviolenti, abbiamo otato per fare i fine settimana a Plovdiv. Il problema però è che il concertino viene propinato anche nei giorni delle feste dei santi patroni, che sono tanti in Bulgaria, per cui la tortura è sempre in agguato e può colpire a sorpresa alle 8.35 di un martedì o alle 15.15 di un giovedì, e non ci sono tappi per le orecchie che tengano. In fondo la signora Zabova, un metro e 75 per 65 chili, è ammirevole nella sua costanza, animata dalla fede religiosa ortodossa: “per ottenere dei suoni da queste enormi campane bisogna avere forza fisica e un buon orecchio musicale – ha spiegato nel settembre scorso a The Sofia Echo – ogni campana sviluppa la sua melodia, che io estraggo matematicamente adattando il numero di colpi al ritmo”. Non ci sono dubbi sulla forza fisica e sulle capacità matematiche, ma quanto all’orecchio musicale…
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