STAMPARE SOLDI PER PERDERLI

[da ITALIANI IN BULGARIA numero 14 del 16 marzo 1998]

STAMPARE SOLDI piacerebbe anche a noi, ma la nostra fotocopiatrice è già impegnata con questo bollettino! Un gentile signore italiano frequenta Sofia da un anno a questa parte per insegnare ai bulgari come far funzionare la loro nuova zecca di stato, comprata dalla compagnia per cui lavora, la De La Rue Giori, che copre il 90% del mercato mondiale delle ambite e costosissime macchine speciali: praticamente ha il monopolio del pianeta tranne il Giappone, che come al solito si è arrangiato… fotocopiando una loro macchina (imparate dai giapponesi: perché fotocopiare soldi quando si può fotocopiare la macchina per farli?)

QUELLO CHE INVECE ha scelto la via più sbrigativa è stato il governo iraniano: la macchina della De La Rue Giori l’anno usata, anziché per stampare la loro insulsa valuta, per inflazionare il dollaro americano con dieci miliardi di verdoni in pezzi da 100 falsi, costringendo Washington a introdurre il nuovo “Franklin”. Se vi chiedevate come mai gli americani sono così incavolati con Tehran, avete trovato una buona ragione. Tornando dalle nostre parti, il signore italiano è il primo ad ammettere che il desiderio di prestigio dei bulgari li ha portati a buttare via un sacco di soldi che un paese di queste dimensioni non potrà mai recuperare, ci spiega il signor X (il nostro connazionale non può rivelare il suo nome perché la Banca nazionale bulgara gli ha fatto firmare una carta dove si impegna a non rilasciare notizie sulla sua attività qui, una cosa mai capitatagli nel resto del mondo).

È lui stesso a spiegarci che l’enorme investimento bulgaro nelle macchine della sua ditta non potrà mai essere recuperato, neppure se la nuova zecca bulgara stampasse per paesi terzi, che peraltro hanno le loro macchine e non mostrano alcun interesse in questa nuova trovata bulgara, costata 17 milioni di dollari (veri) secondo la banca centrale, ma in realtà circa 200 tenendo conto della svalutazione nel frattempo. Questa montagna di soldi (di un paese povero) consente ai bulgari di stampare solo il “Levski” da mille leva, perché ancora non sanno usare le nuove macchine. Tutte le altre banconote continuano ad essere stampate dove le hanno sempre stampate: in Germania. Un paese di otto milioni di abitanti, che non consuma più di 150 milioni di banconote all’anno, ha fatto una grossa fesseria a dotarsi di una tale mega-struttura, ci spiega il nostro anonimo connazionale: “non è mica l’India o la Cina con un miliardo di pippi ciascuno”. Però bisogna sottolineare che questa scelta pazza alimentata dal demagogico orgoglio nazionalista balcanico fu fatta dal governo comunista, per cui l’attuale governo non ha colpe in questa faccenda, se non quella di avere onorato un impegno preso da altri governanti, poco interessati al bene del paese.

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