IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA STOYANOV

[da ITALIANI IN BULGARIA numero 25 del 27 agosto 1998]

NATO A PLOVDIV 45 anni fa, Petar Stoyanov frequenta la facoltà di giurisprudenza dell’università di Sofia e dopo la laurea comincia ad esercitare come avvocato. L’ingresso nell’alta politica avviene ai tempi del primo governo SDS, quello di Philip Dimitrov, i cui collaboratori Alexander Dzherov, Vasil Gotsev e Yordan Sokolov, tutti colleghi avvocati del “collettivo numero due”, lo raccomandano per il posto di vece-ministro della giustizia, col compito di integrare la normativa bulgara con quella europea.

STOYANOV parla fluentemente solo una lingua straniera, il tedesco, il che spiega il suo orientamento di preferenza verso la potente Germania e come mai la presidente del parlamento di Bonn sia venuta di persona in Bulgaria per schierarsi apertamente con lui (dichiarò “Stoyanov è il nostro candidato”) durante la campagna elettorale per le presidenziali del ’96, nella quale sfodera uno stile occidentale, con discorsi brillanti e imitando il sindaco di Sofia Sofiansky (vedi il suo profilo nel numero 24 di ITALIANI IN BULGARIA) nel farsi fotografare il più possibile con la felice famigliola. Per sostenerlo la moglie Antonina lascia l’incarico di prima segretaria dell’ambasciata bulgara a Londra e in seguito rimane al suo fianco per consigliarlo discretamente (la first lady presiede una fondazione di beneficenza).

DURANTE LA CAMPAGNA i comunisti tentano di gettargli fango addosso enfatizzando il fatto che suo padre fu spedito all’infame gulag di Belene, e quindi sarebbe un capo di stato parziale e vendicativo. Lungi dal danneggiarlo, questi attacchi cui non presta attenzione lo avvantaggiano ulteriormente e il 3 novembre 1996 riporta una vittoria schiacciante umiliando lo scialbo candidato della BSP Ivan Marazov, nonostante sia egli stesso appesantito da un candidato vicepresidente altrettanto insipido come Kavaldzhiev, che i consiglieri Bakardzhiev e Tagarinski tengono opportunamente lontano dai media.

CON QUESTA VITTORIA quasi scontata (in un anno il governo BSP di Videnov vede il fallimento delle banche, gli scandali dei ministeri, l’assassinio di Lukanov, il miniscisma della chiesa ortodossa e il dollaro a 3.000 leva…), Stoyanov subentra a Zhelev il 22 gennaio 1997 e l’opposizione finalmente unita celebra il successo della propria strategia orchestrando i moti di piazza che chiedono le elezioni anticipate e l’istituzione del currency board  da parte di un governo provvisorio. Il neoeletto presidente brilla mantenendo un ruolo imparziale ma anche convincendo Dobrev e Parvanov a rinunciare al tentativo di formare un secondo governo BSP.

Nessun commento: