EMENDAMENTI IN VISTA NELLA LEGGE SUGLI INVESTIMENTI STRANIERI

[da ITALIANI IN BULGARIA numero 26 del 29 settembre 1998]

Peggiorare una legge che già faceva abbastanza pena è l’ardua impresa alla quale, non avendo niente di meglio da fare, sta alacremente lavorando l’Agenzia per gli investimenti stranieri presieduta da Ilian Vasilev, lo stesso che al seminario sugli investimenti italiani organizzato dall’ICE mandò un suo vice.

GLI ATTUALI PRIVILEGI previsti dalla legge sugli investimenti stranieri (vedasi il numero 12 di ITALIANI IN BULGARIA) saranno rimossi per essere sostituiti con un generico credito fiscale agli investitori tanto bulgari quanto stranieri, se come è probabile prevarranno le proposte dell’Agenzia per gli investimenti stranieri, che preme in questa direzione poiché valuta che la pratica abbia dimostrato come le attuali facilitazioni agli investimenti non hanno funzionato in modo efficace, della quale scoperta dell’acqua calda non c’è da stupirci: l’avevano previsto tutti i potenziali investitori.

SE COME E’ PROBABILE la legge verrà in tal senso emendata dal parlamento, dal primo gennaio 1999 sarà eliminato l’incentivo fiscale che consente di pagare per i primi dieci anni seguenti all’investimento solo la metà delle tasse sui profitti, una facilitazione valida solo nel caso di investimenti di almeno 5 milioni di dollari o che creassero 100 nuovi posti di lavoro o fossero effettuati in aree con elevato tasso di disoccupazione.

L’AGENZIA PER GLI INVESTIMENTI stranieri propone come forma alternativa di incentivo una riduzione delle tasse sui profitti sul parametro delle spese sostenute per l’investimento, riduzione che alcuni propongono nella misura del 10% ed altri solo del 3%, mentre non è ancora chiaro neppure se per spese per l’investimento si intendano tutte le spese o solo i beni come edifici e macchinari. Prendiamo dunque l’investitore Pippo e facciamogli due conti in tasca in base ai due scenari estremi partendo dal presupposto che abbia investito 100.000 dollari di cui la metà in macchinari e l’altra metà in servizi di consulenza ed altre spese: nella migliore delle ipotesi godrà di uno sconto sulle tasse sui profitti di 10.000 dollari, nella peggiore di soli 1.500.

L’UNICA BUONA NOTIZIA E’ CHE SI proporrebbe vengano esentate da IVA , imposte e dazi doganali le apparecchiature e macchinari importati per l’investimento in società locali indipendentemente dal loro valore, mentre attualmente il minimo è fissato in 100.000 dollari. Ma sarà vero? E se sì, funzionerà?

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