Con la sua tipica, disinvolta camminata, ed avvolto nel suo inconfondibile gessato blu largo in vita e stretto di spalle, Roberto Granzotto fece il suo trionfale ingresso nell'ufficio di Polezel sputando con disprezzo il mozzicone sull'infiammabile e ben presto infiammata moquette dello studio. Fortunatamente intervenne Roberta Aliceblu, che aveva buoni riflessi e vedendo entrare Granzotto si era premunita. Risolto il banale incidente Granzotto le si rivolse con quell'aria sonnolenta e un po' svaccata caratteristica dei più noti playboy.
- Salve bambola! Sono qui per conquistare il tuo cuore, per cui apri bene le orecchie e mettiti in testa che: primo, io sono irresistibile e ho deciso che sarai mia. Secondo: bollito di manzo. Terzo: lasciami il tuo indirizzo che voglio fare un salto da te, e mi raccomando di preparare un ambientino accogliente e tu vedi di avvilupparti in qualcosa che mi faccia sfrizzolare il frenulo o saranno guai. Addio pupa -
Prese l'irresistibile con i denti come una rosa senza spine il biglietto che gli porgeva tra le labbra senza virgole Roberta Aliceblu sconvolta dal suo fascino.
***
L'eminente professore Roberto Strik-Lievers fumava nervosamente una sigaretta pensando all'orto del Manzoni. Roberta Spolaor-Bernardini, il corpo rilucente e coperto solo da spiragli di luce soffusa che penetravano complici le fessure della tapparella abbassata creando eccitanti giochi di sofisticati chiaroscuri, era sdraiata accanto a lui, il braccio sinistro proteso oltre la nuca a mettere in evidenza il seno compatto e maturo, la gamba destra piegata ad arco sulla sinistra, e la pelle vellutata leggermente imperlata dall'afa di agosto che s'insinuava tenue ed astuta.
- L'insalata era nell'orto... -
- Cosa dici, caro? -
- Roberta, non chiamarmi più così. Io sono un uomo al quale non si possono rovinare quarant'anni di vita avventurosa con un banalissimo "caro" -
- Scusami, caro -
- Grrrrrrrrrrrr -
- Ma come vuoi che ti chiami, allora, caro? -
- Chiamami come vuoi, ma non "caro" -
- Va bene, tesoro -
- Sarà meglio che me ne vada -
s'indignò Strik-Lievers piuttosto incazzato, cominciando a rivestirsi.
- Amore mio, povero tesoruccio, te ne vai di già, caro? -
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