3. Bob Granzotto, il gaelico e i reali britannici -
Ieri ero libero anch'io e siamo andati ad Aberdeen per gli Highland Games, una sorta di olimpiade scozzese che in passato aveva lo scopo di selezionare gli uomini reclutati dai capi dei clan. Gli sport in programma richiedono abilità e grande forza fisica: per esempio il "tossing the caber" consiste nel roteare e lanciare un intero tronco di pino, altro che un martello. Dal programma non abbiamo capito che cosa sia il "tossing over the bar", ma Granzotto, che osservandoli attentamente si sta formando delle sue idee sugli scozzesi, sostiene trattarsi di una gara a "chi che beve de pì" per poi proiettare il vomito più lontano. Personalmente la ritengo una teoria plausibile, avendo notato in questi anni il gran numero di persone che per le strade si allena in questa attività, e pur non conoscendo il gaelico mi pare che ne abbiamo avuto conferma dagli ampi cenni affermativi degli atleti quando Granzotto chiedeva loro: "Eoké? Kykebevedepý?" Sono rimasto stupefatto dalla insospettabile abilità linguistica di Roberto, che sapevo conoscere solo poche parole d'inglese ma non sapevo si esprimesse con tale scioltezza in questa antica lingua celtica che gli ha già permesso di stabilire numerosi amichevoli contatti con gli autoctoni, i quali hanno un forte senso di appartenenza ai clan e perciò solitamente esordiscono con "Sytudeký?", e lui prontissimo "Granzotto!", e così via con "Fatuké? Sytudandòwe? Vutukýkekomanda?", al che lui risponde presentando un articolato ritratto della sua identità socio-culturale: "Mekanyko, Santaùzya, Markopanéa" ed educatamente ricambia coi sofisticati convenevoli "Atukopaelporzèl?" e "Komeftaeatofemenàh?"
Ma torniamo ad Aberdeen. La sera prima a cena Bob Granzotto aveva voluto sperimentare lo haggis: stomaco di pecora ripieno di frattaglie piccanti. Durante la notte questo delicato piatto nazionale scozzese è rumorosamente fermentato nel suo intestino, dov'era annegato in svariate pinte ed innescato da qualche shot di single malt whisky che evidentemente ha svolto la funzione di agente lievitante. Con una pancia come un airbag, durante il viaggio si è fortunatamente trattenuto da pericolose (sarei svenuto al volante) flatulenze, ma giunti sul posto ha silenziosamente rilasciato una loffa micidiale, diffusasi come una bomba al neutrone. Tutti i muscolosi giocatori sono ancora ricoverati in rianimazione, mentre la regina madre, che da 101 anni non perde occasione di assistere, assopita, a questi giochi, è sembrata come inebriarsi dell'effluvio e tutta ringalluzzita si è messa a lanciare tronchi da tutte le parti (abbiamo così scoperto il suo elisir di lunga vita). Io me la sono cavata proprio perché gli stavo vicino: vedendolo spalancare gli occhi e diventare da rossiccio a paonazzo a violaceo ho intuito il peggio e ho trattenuto il fiato, evitando così l'asfissia e riportando solo qualche contusione per essere stato scaraventato dall'onda d'urto a una trentina di metri. Adesso sapete che se volete rovinare la riunione di qualche gruppo radicale concorrente o antipatico, non avete che da fare l'apparentemente bel gesto di inviare come osservatore Granzotto dopo averlo riempito di frattaglie, avena, spezie, birra e aggiungere esattamente 35 millilitri di whisky 12 ore prima della deflagrazione, oppure 70 sei ore prima e così via fino a una bottiglia intera se avete solo mezz'ora di tempo per annichilire qualche comitato di coordinamento o direzione straordinaria che inopinatamente dovessero disturbare la vostra tranquilla vita politica quotidiana.
Lasciata Aberdeen in tutta fretta, l'ho scaricato ieri sera a Edinburgo dove nonostante il casino del festival gli ho trovato una sistemazione al campus universitario e il nostro impavido davanti a una pinta irlandese si è riconciliato con la vita dopo una giornata letteralmente d'immerda. Col sopracciglio inarcuato e un sorrisetto di finta modestia, ora non veda l'ora si ripresenti l'occasione che un qualche suo coetaneo bocconiano gli chieda che cosa abbia frequentato, e lui possa buttare lì con nonchalance "Yunivessity ov Edinbrò", e notare la pronuncia! La serenità però è durata solo una notte: stamane al lavoro sono stato prelevato da una Peugeot della polizia del Mid-Lothian (gli scozzesi andrebbero in Moskvich pur di fare dispetto agli inglesi) e portato a Edinburgo per un grave episodio di lesa maestà accaduto durante la visita del Granzotto alla residenza reale di Holyrood. Bisogna sapere che la dinastia reale di Scozia commissionò al pittore olandese Jacob de Wet 89 ritratti dei propri antenati risalenti fino al IV secolo avanti Cristo, ma siccome non esisteva il minimo indizio su quale aspetto avessero costoro, questo pittore che era praticamente uno Jacovitti dell'epoca si sbizzarrì con la fantasia e il risultato è comicissimo: nasi, orecchie, barbe e baffi sproporzionati, espressioni dal truce allo stupefatto e allucinato... Tutti i visitatori di Holyrood faticano a contenere un sorriso, ma Granzotto non ce l'ha proprio fatta: tenendosi la pancia e indicando i quadri col dito è scoppiato a sghignazzare così sguaiatamente che insieme alle guardie è accorsa la stessa regina Elisabetta, che passa di lì un paio di volte all'anno. Incapace di moderarsi, Granzotto ha continuato a spernacchiare indicando col dito anche Sua Maestà.
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