Il presidente sovietico Putin ha chiesto la parola. Ne ha facoltà. Proceda, Putin, la prego -

Con queste parole, pronunciate dalla bella voce profonda del moderatore, professor Roberto Strik-Lievers, ebbe inizio la vera e propria riunione anti-Granzotto.

- Molte spassiba, caro professore Myallionier -

- Strik-Lievers, prego -

- Oh, da, scusa professore Bauer, ma io piuttosto difficoltoso pronunciare vostra nomenclatura lombarda imperialista e capitalista e colonialista e espansionista e infida... -

- Putin, la prego, non divaghi e prosegua col suo intervento! -

Urlò Strik-Lievers abbattendo con violenza la mano destra sul malcapitato banco della presidenza e facendo così sobbalzare tutti i presenti. Dopo un attimo di rispettoso silenzio per l'autorevolezza del misurato gesto, il sovietico riprese a parlare:

- Quello che succeduto stà notte conferma che io ho ragione io. Inutile parlare di malefico Granzotto. Qui occorre trovare subito trucco, e io avere proposta ragionevole, che vado ad esplicando. Noi Russia noi avere noi grande armata rossa inarrestabile, che noi fare noi proposta di mandare in giro per il mondo in cerca di scovare malefico Granzotto e magari cominciare proprio qui Dallas. Questa mia proposta mia. Ho finito. Spassibo -

- Molto bene Putin -
replicò l'esimio docente
- Però deve cercare di essere più sintetico. Si rilegga Guerra e pace e mi faccia un riassunto in dieci righe. Ora può andare -
continuò Strik-Lievers, che era un illustre letterato
- Il signor J.R. Bush ha richiesto la parola. Ne ha facoltà -

- Onorevoli colleghi, sarò breve: VOGLIO GRANZOTTO VIVO O MORTO! Ho finito, grazie -

Seguì una lunghissima ovazione, interrotta venti minuti dopo da una delle più gagliarde manate che il professor Roberto Strik-Lievers avesse mai avuto occasione di rendere pubblica fino a quel giorno

- Il presidente Putin ha nuovamente chiesto la parola, ne ha facoltà -

- Grazio, professore Reibman. Io dovere io... come dire in vostra lingua imperialista eccetera... io dovere io... -

- Putin, le ricordo che lei ha soltanto tre minuti di tempo per replicare -

- Perché scusa io parlare io così poco? -

- Perché lei è dell'opposizione -
replicò l'erudito accompagnando la risposta con la consueta manata
- E adesso vada avanti -

- Oh, da. Io prima io voleva dire che io non trovare io parola per significare che io dovere io andare in cesso -

- Va bene, Putin, vada a cacare! -
si spazientì l'inclito
- Il signor Nonsenè Puopiù ha chiesto la parola a nome delle compagnie aeree. Ne ha facoltà -

- Grazie. Signori, io propongo che siano messe in giro delle microspie appiccicose al sapore di marmellata, così da darci la possibilità di controllarlo e prevenire le sue mosse -

- Grazie signor Puopiù. Interviene ora il solito Putin -

- Spassibu. Io devo dire io che io sono io contrario microspie, perché noi in Russia noi non essere ancora riusciti a fare microspia, perché purtroppo spia preferisce andare in Siberio piuttosto di essere fatto schiacciato e diventare microspia. Ora noi stiamo noi tentando di fare microspia in provetta ma è molto difficile perché prova preferisce andare in Siberio piuttosto di essere fatta schiacciata e diventare provetta. Inoltre io sono io contrario microspia perché microspia è caratteristica peculiare di vostro sistemo imperialisto e capitalisto e colonialisto e espansionisto e infido e traditore e scostumato e sconcio! Grazio -

- Prego. La parola a J.R. Bush -

- Molto bene, grazie. Ho una proposta sensata. Organizziamo una mostra di tram e pianoforti. Infatti sappiamo che che la distruzione di tram e pianoforti è l'hobby prediletto dal Granzotto, il quale ci andrà subito e cadrà così nella nostra trappola. Il più è trovare un locale dai cui meandri non ci possa sfuggire -

- Io lo conosco! -
esultò Strik-Lievers
- E' la sede dei radicali a Milano: le finestre non si aprono, il cornicione è pericolante, le porte si bloccano e per andare al cesso devi chiedere la chiave alla bidella in ciabatte della scuola vicina -

- Molto bene! -
esultò anche J.R. come se avesse Granzotto già in tasca
- Organizzeremo colà la prima ARET, Asposizione dei tRam E Tianoforti -

- L'acronimo mi lascia un po' perplesso, ma complimenti per il "colà" -
concluse Strik-Lievers
- La seduta è tolta -

***

Roberta, ti devo confessare una cosa terribile -

sussurrava con aria colpevole Roberto Cappato, che, rientrato a Milano, era andato a trovare il suo amore segreto, impossibile, tormentato e assurdo
- Ti devo confessare che ti ho tradita. Con Roberto Pamelo Anderson. L'ho fatto per sfogare la mia rabbia, ma ho sempre pensato a te. Ultimamente mi sei mancata moltissimo -

- Ma guarda che non c'è problema, non stiamo mica insieme noi due. Cosa me ne frega se ti sei fatto Roberto Pamelo Anderson di Gaywatch. Cazzi tuoi -

- Insomma non te ne importa niente di me -

- No, cioè, insomma... come lontano conoscente mi andresti anche bene, ma se andiamo oltre cominci a starmi sulle palle -

- Ma perché Roberto Granzotto sì e io invece no? -
svelò Cappato il dubbio che da tanto tempo lo angustiava
- Che cos'ha lui che io non ho? -

- Ma niente, lui mi ama, tutto qui -

- Ma anch'io ti amo, Roberta, più di quanto tu possa immaginare. Non so come vivrei senza pensarti -

- Uffa... lo sapevo che non lo dovevo dire... -

- Dunque vedi che io ti amo di più. Ebbene, cos'ha lui più di me? Io sono più ricco, più bello, più simpatico, più intelligente, più interessante, più potente... più tutto... perché dunque non m'ami?! -

- Bof, ma perché amo lui, santa pace! -

- Ma guarda se io devo mai passare delle ore / a parlare dell'amore / alla mia età -

- Eh già. Ma come parli adesso?! -

- Certo non ho più quattordic'anni / ma il piacere degli inganni / mi è rimasto per metà -

- Dì, ma sei scemo? Parli in rima?! Ma vattene via! -

- Non ne ho voglia / di varcare quella soglia / e andare via -

- Cappato, dai retta a me, ti sei rincitrullito -

- Lascia che la mia maturità / aspetti ancora un po' di là / e fammi compagnia -

- Hai mai pensato a stabilirti a Manchester, o al Cairo? -

- Se la notte è lunga ho bisogno anche di te / perché dovrei pentirmene, perché? -

- Ma te le sogni di notte, 'ste stronzate?!? -

- Sì, hai indovinato! Di giorno non ci riesco perché sono freddo e calcolatore, ma la notte non posso fare a meno di pensare al nostro amore tormentato e assurdo -

- Scusa, come sarebbe questo nostro amore? -

- Tormentato e assurdo. Senti questa, si intitola "Odio"... -

- Sentiamo un po'... -
si rassegnò Roberta Aliceblu componendo un numero di telefono mentre Roberto Cappato iniziava a declamare i suoi versi

- io ti odio Erre Granzotto, e sebben tu sia più fesso / io ti odio pur lo stesso / e di sopra questo podio / con il cuore pieno d'odio / voglio togliermi lo sfizio / di tener tanto comizio -

- ... Pronto? Neurodeliri? -

- tu fai schifo, mi fai senso / è così che io la penso / e pensando il mio cervello / che pur sembra tanto bello / si masturba, non produce / ma poi ancor torna alla luce -

- ... ho qui un cliente per voi... -

- il pensiero scaturisce / una nuova idea rinasce / e s'illumina di odio / da parer lampada al sodio / compiaciuto e soddisfatto / ormai accetto questo fatto -

- ... sì, per il reparto agitati... -

- partorito ha la mia testa / sento intorno aria di festa / son felice, son contento / questo odio me lo sento / me lo sento tutto dentro / ed è un gran bel sentimento -

- Fate presto, è grave! -
sussurrò Roberta Aliceblu riappendendo il telefono prima che Roberto Cappato le si rivolgesse:

- Allora, ti è piaciuta, amore? -

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