Narcisismo

Il termine narcisismo deriva dal mito greco di Narciso, il quale si innamorò della propria immagine riflessa nell'acqua e annegò nel tentativo di abbracciarla. In senso comune il narcisismo rappresenta l'amore eccessivo di un individuo per l'immagine che egli ha di se stesso.

Il termine fu usato per la prima volta da P. Nake per indicare il comportamento ritenuto perverso di una persona che non riesce ad avere attaccamento affettivo nei confronti di altre persone e che ricerca negli altri solo l'immagine riflessa positiva di sé.

Nel 1910 Freud riprese il concetto di narcisismo per ipotizzare una fase dello sviluppo psicosessuale che precede quella dell'amore oggettuale, ovvero nei confronti di oggetti diversi da sé. Questa fase fu inquadrata nel complesso della teoria psicoanalitica come lo stadio precoce della vita del bambino il quale assume se stesso come oggetto d'amore per poi arrivare a scegliere oggetti esterni.

Freud, definì questa fase come "narcisismo primario", e concepiva questa condizione come non dissimile per il bambino a quella della vita intrauterina di cui allora si aveva conoscenza, ovvero senza nessun contatto col mondo esterno.

Il progresso della ricerca ha fortemente messo in discussione questa tesi, poiché si è potuto stabilire che durante la vita intrauterina il bambino percepisce perfettamente l'ambiente esterno e vi reagisce di conseguenza. Se lo sviluppo psicosessuale è stato armonioso il "narcisismo primario" viene superato e il soggetto riesce ad investire in fiducia, libido, e affettività anche sugli altri.

Per "narcisismo secondario" Freud intendeva designare una condizione nevrotica nella quale il soggetto ritorna ad investire principalmente su se stesso, quindi ad una regressione.

Il termine Narcisismo è concepito comunemente solo in senso negativo. In realtà l'amore per se stessi è indispensabile e riguarda il naturale bisogno di sopravvivenza. E' ben difficile infatti non avere amore per se, cura di se stessi, e poter avere amore per gli altri.

Generalmente la persona equilibrata conserva sufficiente narcisismo primario per potersi amare-stimare, e quindi rapportarsi agli altri nell'identico modo.

I problemi possono sorgere invece, quando l'amore per se stessi, diventa l'unica forma d'amore del soggetto, a tal punto che gli altri rappresentano solo uno strumento di egoistica gratificazione, di compensazione dei propri bisogni, senza prevedere ed agire uno scambio adeguato.

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