NYLON! 2
9.
Non potevo credere ai miei occhi: l’indirizzo di Carlo Paone Manera era in via Cardinal Tosoni! Un bisavolo proprio del nostro Editore unifrocio, che se la faceva anche con un Cardinal Callegari bisavolo proprio della nostra Orietta Callegari, che per chi non l’avesse presente è la moglie di Sergio Giordano, che è il padre di Tabar Depetro che è il tipo che sta con Dora Pezzilli che non è la suocera di Gaetano Dentamaro che ha sposato sua figlia Antonella che perciò è cognata di Teresa, arpia barocca corrosa dai piccioni che ha nel docente di belle arti professor Bandinelli un assiduo estimatore che la vorrebbe conquistare e fare sua. Spero di essere stato più chiaro stavolta, ma se c’è bisogno lo rispiegherò frequentemente con altre parole. Tutto questo casino per dire che non sapevo da che parte cominciare perché non mi ricordo più come è andata a finire la puntata precedente, merdon! Vabbé, proviamo a ricominciare a caso. Dunque, dicevo che nell’appartamento di Paone Manera, io e Tosoni, Bandinelli, Bertinotti, Callegari, Giordano, Depetro, Pezzilli e tre Dentamari contempliamo appunto Paone Manera. Visceralmente accanito, dal colorito alterato cecchi paonazzo, sbuffante tempesta la tastiera violentemente (la deve cambiare ogni settimana) attaccando Marco Pannella nel topic “Non sono Marco Pannella” di Marco Pannella. Marco Pannella meriterebbe più rispetto e perciò lo lascerò tranquillo, soltanto menzionando en passant la mia fiducia nella sua grande leadership e la mia gratitudine per avere coltivato giovani menti brillanti come quelle di Daniele Capezzone e Marco Cappato, ai quali estendo la mia lealtà sempiterna. Dunque, dov’ero rimasto? Ah, sì!, anche se non lo da a vedere, intimamente Marco s’incazza come una bestia e se potesse prenderebbe Manera per il collo per sbattergli ripetutamente la crapa pelata contro una porta di legno massiccio, però non può farlo perché è nonviolento, e questo lo fa incazzare ancora di più, al punto che si deve sfogare picchiando Manera con un documento politico arrotolato. Il titolo del documento recita PETIZIONE PER FAR PARTECIPARE PANNELLA AL CONCLAVE, e il documento dettaglia le azioni politiche volte a fare pressione sul vaticano per concedere a Marco lo status di osservatore con diritto di intervento ma non di elettorato attivo nella scelta papese. Manera si difende come può brandendo un altro documento politico dal titolo APPELLO PER FARE PARTECIPARE TOSONI AL CONCLAVE, sulla natura del quale documento politico il lettore immaginativo potrà elucubrare autonomamente. Si parla di Tosoni ed eccolo qui che dopo essersi allontanato brevemente rispunta al volante di una Vulva. Si tratta naturalmente della Vulva di Bertinotti, che ne ha simulato il furto per truffare l’assicurazione capitalista. Tosoni mi presenta Gionata Pacor. Nella primavera del 2005 il mondo contava sette miliardi di abitanti, uno dei quali era Gionata Pacor, anche se purtroppo, causa la sovra-popolazione, c’era anche Fabrizio Argonauta. Intravvedo dalla porta sul corridoio la punta di una cravatta dall’aspetto familiare. E’ giallo ocra, come direbbe l’erudito Paone Man, o gialo-pipì-de-vaca, come direbbe la non meno erudita Amanda Lear. Mi prende un conato di vomito, ma le disgrazie non vengono mai da sole e alla cravatta segue presto chi l’indossa. Sua Capezzonità CAPEZZONE I è venuto a portarmi una nota personalmente. Sono congelato dal terrore. Il contenuto della nota è clamoroso, eclatante, ma non posso renderlo noto e lo consegnerò alla storia come la Nota Segreta di Capezzone, il quale si dissolve mentre riprendo i sensi dallo straordinario fenomeno trascendentale. Fu proprio in quel momento che agli Studi Pezzilli di Pordenone suonò il campanello il postino esperantista Guido Gentile per recapitare un telegramma di adesione di Corrente alternata a Rifondazione radicale.
CONGRATULAZIONI PER NUOVO SOGGETTO POLITICO RIFONDAZIONE RADICALE stop CORRENTE ALTERNATA ADERISCE TOTALMENTE stop RIPRISTINO LEGALITA’ stop ABBATTIMENTO MATRIOSKATO stop RISTRUTTURAZIONE PARTITO RADICALE stop
Molto bene, con un’altra influente corrente ad aggiungersi alla mia, il potere nel partito era saldamente nelle mie mani per la seconda volta in due mesi, dopo che ne avevo già provato l’ebbrezza come Granzotto. Una segreteria invero piuttosto traballante, era stata quella di Capezzone, che chissà quante note stava facendo recapitare a Mauro credendo che lui fosse me. Un vero peccato dover rimanere all’oscuro delle sue opinioni sulla e suggerimenti per la narrazione. Suona il telefono.
Suttora-Granzotto - Ciao Roberto, mi è arrivata un’altra nota di Capezzone...
Granzotto-Boselli - ...e naturalmente non puoi renderne noto il contenuto: ma allora cosa cazzo mi telefoni a fare?
Suttora-Granzotto - Certo che posso renderla nota, questa non è una nota qualsiasi, bensì la ben nota Nota Segreta di Capezzone
Granzotto-Boselli - Ah!, go on then
Nota Segreta di Capezzone: Granzotto, smettila di scrivere puttanate nel forum e infìltrati nella Corrente Alternata, che sta diventando un fenomeno preoccupante. Hanno già trenta iscritti, voglio sapere tutto di loro, fai presto. Firma dei genitori:
La Nota arriva proprio nel momento giusto. Vengono talvolta quei momenti - presi dalla malinconia in una giornata uggiosa ma può anche capitare in una solare -, che guardando fuori dalla finestra del treno, del bus o di dove cazzo vivi adesso ti chiedi cosa ne sia delle tue ex, e ti verrebbe la tentazione di chiamarle, chiamarne una speciale alla quale stai pensando, e in particolare stai pensando al momento in cui vi siete lasciati. Era bella, bellissima, aveva solo vent’anni. Adesso ne sono passati quindici anche per lei, lascia perdere, rimarresti deluso. Non è vero, ti ribelli guardando le foto dell’epoca, ma probabilmente è vero: gli anni saranno passati anche per lei. Infatti ti guardi allo specchio e vedi il ritratto di Dorian Grey, con la metà dei capelli, i denti affumicati e la pancetta lievitata dal luppolo. Ma la razionalità esce perdente, schiacciata dalla malinconia prepotente che ti pervade quando sei giù: lei è ancora bellissima nelle vecchie foto: lo sarà ancora? Se si è mantenuta meglio, potrebbe esserlo, potrebbe ancora essere molto attraente, perfino di più. Improbabile, però ti gira ancora nella testa e ti chiedi cosa sarebbe andato diversamente se quel giorno, in ufficio, quando ti disse di voler fare un’esperienza in occidente tu in silenzio non l’avessi squadrata male con le labbra serrate e l’aria risaputa, arrogante e moralista come a dire “lo sapevo che eri una troietta qualsiasi anche tu, che mi usavi solo a scopo esportazione nell’Unione” - ma non lo pensavi - e la lasciasti uscire dalla sede senza dire una parola, fingendo di essere impegnato in un mailing, che’ effettivamente impegnato nell’ennesimo mailing lo eri, a firmare lettere Pannella con la segretaria che firmava Bonino e insieme piegarle e imbustarle e leccarle e affrancarle e portarle alla posta centrale. Perché il partito veniva prima, lei dopo, poi lei è partita, e poco dopo sarebbe partito anche il partito. E il mailing avrebbe potuto aspettare il giorno dopo per partire, tanto sapevi che avresti lavorato in sede anche fino a tardi in ogni caso, come sempre, che’ in sede quasi sempre ci dormivi. E allora perché lasciarla andare così, quel giorno? per fare il duro fingendo che non te ne importasse niente, mentre invece l’amavi - l’avevi cercata, trovata e conquistata -, l’amavi come te ne saresti reso conto solo più tardi, non allora quando pensavi di poter trovare ragazze a bizzeffe. Ed a bizzeffe ti era effettivamente facile trovarne, ma poche erano speciali, e nessuna coi suoi occhi verdi smeraldo. Quando mai la troverai un’altra con gli occhi verdi smeraldo, coglione? Vabbé, aveva anche il culo grosso, ma troneggiante in cima a un gran bel paio di gambe. Vabbé, aveva anche le cicatrici dei tumori di Chernobyl, attorno a un gran bel paio di tettone che si erano miracolosamente salvate. Provo a dimenticarla cercando di concentrarmi sui suoi difetti fisici, ma non mi aiuta, mi tornano alla mente anche i pregi. Non mi conforta pensare che sia invecchiata anche lei, è impossibile lo sia quanto me: avevo già sette anni più di lei allora e me ne sento cinquanta di più adesso. Subentra l’invidia mescolata a gelosia: avrà avuto successo come cantante, come le prometteva il suo nuovo amico francese? No, se fosse diventata famosa lo saprei dai media internazionali e ogni tanto la googlo nel web senza alcun risultato. Dunque potrebbe avere avuto ancor meno successo del poco che ho avuto io quando a mia volta lasciai il suo paese, il che sadisticamente mi conforta, ma non tanto. Al contrario, mi fa pensare che anche lei potrebbe nel frattempo avere capito quello che io avevo già intuito ma non ancora pienamente realizzato all’epoca (e ragione principale del mio ostentato disprezzo al comunicarmi la sua scelta) e cioè che l’inseguire il successo conformista vale niente in confronto a un’anonima ma autentica felicità di coppia. Ragion per cui non la disturberò. Rintracciarla dopo tanti anni non sarebbe impossibile. Ricordo che in una vecchia agenda parcheggiata da qualche parte conservo il numero dei suoi parenti, genitori e fratello, nella sua città natale. Tanto più che adesso lavoro in una compagnia telefonica globale presente in tutti i paesi coinvolti: rintracciarla sarebbe un lavoretto di poche ore. Ma lo voglio davvero? No, non lo voglio, ho paura e sono pigro. Ho paura O sono pigro? Boh, entrambe le cose, certamente sono anche pigro ma soprattutto ho paura. Ho paura di come potrei ritrovarti, amore mio, di come potrei rispecchiare in te il mio decadimento, di come non ce l’avrei più abbastanza duro per scopare notti intere. Ricordi come ti presi la prima volta? In sede attesi pazientemente che le altre se ne andassero, chiaccherando ti massaggiai le spalle in modo apparentemente amichevole per toglierti la maglietta con la scusa di salire sulle spalle, mentre in realtà scendevo e scendevo lungo la tua schiena, la tua CARNE, slurp, fino a prenderti improvvisamente per trascinarti sotto la doccia dove ti depilai la fritola per prepararla alla mia lingua, che scese, scese, scese e risalì... Dio quanto hai goduto, con la linguaccia del proconsole di Pannella! E dopo tanto tempo, quasi dieci anni, da Torre Argentina quello nuovo devono ancora recapitarvelo, nel tuo paese di origine. Mi fermo, perdonami le melensaggini. Una goccia mi spegne la sigaretta alla finestra. Non è la pioggia londinese, ma una lacrimuccia solitaria concentrata di sale a estinguere quella che, confusamente insieme, fu gioia di viverti e ora è malessere nel ricordarti. Addio, perdonami la volgare conclusione in esperanto: merdon!
Passato il momento melenso, sono nuovamente lucido e pronto per infiltrarmi nella Corrente alternata, tanto che sono già a Duesseldorf nel posto convenuto per incontrarmi con Gionata Pacor alias Jonathan Poker. Dalla Hauptbahnhof esco a sinistra sulla Bismarkstrasse ed entro nel peep-show della pizza turca. Ci sono due categorie di peep-show, la prima essendo quella dove vedi veramente le donne nude. La seconda un surrogato praticamente consistente in attigue cabine del telefono dove si introduce moneta per vedere filmini porno e contestualmente appagarsi. Attigue lo sono talmente, che mentre sono tutto intento a cambiare i canali non mi accorgo di un grosso buco sulla paretina di gesso laterale, buco che serve per spiare all’altezza giusta, ma buco dal quale, invece, mentre la mia mano destra mette a frutto i tre euri di investimento, spunta un cazzone così impressionante che dallo spavento se avessi avuto un’ascia l’avrei troncato con un colpo secco, il cannone navale. Poi mi ricordo che quello era il segnale convenuto, mi riprendo dallo choc e uscendo trovo Gionata Pacor alias Jonathan Poker.
- Cazzo!, è proprio il caso di dirlo, che spavento! Ce l’hai proprio grosso, quasi come Turko e Crocicchio, combinato con le palle di Mauro farebbe un monumento. Ma che bisogno c’era di infliggermi questo trauma psicologico lesivo della mia mascolinità nella telefonanista cabina per froci?
Poker uscì scortato in doppiopetto dalla sua numerosa gang padovana di guardie del corpo: il cardinalizio editore uno e trifrocio N Tosoni S M d C e il supereroe Paone Man ovviamente, ma anche gli “altri” froci Carraro e Pisani Ceretta, i “froci” “diversi” dai “froci”.
Poker - Dolente di averti spaventato, ma le misure di sicurezza non sono mai troppe, non si sa mai che ci siano in giro infiltrati di Capezzone!
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