III. - PUNTI PROGRAMMATICI:

A) STATO E CHIESA
Sommario: Separazione tra Stato e Chiesa - Liberta' per i cattolici osservanti e non osservanti - Liberta' per i non cattolici - L'art. 7.


SEPARAZIONE TRA STATO E CHIESA
Il privilegio piu' grosso oggi in Italia e' quello ecclesiastico. Pesa sulla nazione come una cappa di piombo che si fa ogni giorno piu' pesante. Tenta di sopprimere (e vi e' gia' riuscito in gran parte) la liberta' di coscienza, sia dei cattolici che dei non cattolici. Si adopera attivamente a sopprimere con il monopolio sull'educazione ed il tentato monopolio sulla stampa, sul cinema, sulla radio, ecc., la liberta' di pensiero. Da li' alla soppressione della liberta' politica non e' che un passo. Se le menti e le energie non sono libere, ad un certo punto fatalmente si verifichera' il marasma, l'impantanarsi e l'inaridirsi delle attivita' economiche. Dobbiamo tener presente che fu la contro-riforma a trasformare in meno di mezzo secolo l'Italia da paese fiorente d'iniziative di ogni genere a paese morto intellettualmente e politicamente, in piena decadenza economica. Ora siamo di nuovo in un periodo di contro-riforma: eliminati i dissensi interni (il cattolicesimo liberale, il modernismo), la gerarchia ecclesiastica mira a distruggere i suoi avversari, tutti i movimenti che hanno della vita una concezione diversa da quella del cattolicesimo tradizionale. Quattrocento anni fa ci furono le fanterie spagnole ed aiutare il potere ecclesiastico ad impossessarsi di gran parte dell'Italia, oggi ci sono stati i fascisti e ci sono le forze conservatrici e reazionarie della nazione. La separazione tra Chiesa e Stato significa che la Chiesa non potra' piu' servirsi del braccio secolare per imporre la sua volonta', per obbligare i giovani a ricevere l'insegnamento religioso che non corrisponde alle loro coscienze, per obbligare gli adulti che sono alla ricerca di un impiego a frequentare le chiese, per arrestare i pastori di altri culti, per spremere da un'economia povera i miliardi che ogni anno vengono spesi per nutrire centinaia di migliaia di esseri economicamente parassitari e per costruire edifizi religiosi, conventi, chiese e seminari, nei quali viene assorbito tanto del poco capitale disponibile in Italia.

LIBERTA' PER I CATTOLICI OSSERVANTI E NON OSSERVANTI
Esistevano tra i cattolici italiani, esistono ancora, correnti che miravano chi a trasformare la struttura interna della chiesa, chi a modificarne perfino la filosofia e la teologia. Non mancano i cattolici che provano disgusto non meno dei non cattolici per la superstizione che dilaga, per le immagini che lacrimano, per i pezzi di legno che si muovono, per l'idolatria e il feticismo infinitamente piu' fiorenti oggi che non lo fossero cinquant'anni fa, per la mariolatria che il Vaticano impone ai fedeli. Non mancano i cattolici osservanti che risentono sia le interferenze del Vaticano negli affari dello Stato italiano, sia la corruzione economica e finanziaria insita nella organizzazione ecclesiastica stessa. E' impossibile oggi per questi cattolici far sentire la loro voce cosi' come ieri erano stati messi a tacere cattolici liberali e cattolici modernisti. La separazione tra Stato e Chiesa, rompendo il controllo che le gerarchie ecclesiastiche esercitano sui fedeli quanto sui non fedeli, libererebbe i cattolici stessi e aprirebbe la possibilita' a quella riforma interna della Chiesa che e' una delle massime ispirazioni di quanti cattolici desiderano allontanarsi spiritualmente dall'oscurantismo della contro-riforma. La condanna della liberta' e della democrazia come organizzazione di liberta' pronunciata da Pio IX e da Leone XIII e' valida ancor oggi per i clericali. Sappiamo per esperienza che finche' la Chiesa e' in minoranza essa puo' a volte allearsi con le forze emancipatrici della nazione; sappiamo anche per esperienza che appena la Chiesa ha stabilito il suo controllo sulle anime e sui corpi, cerca nell'assolutismo politico la protezione per il suo oscurantismo intellettuale.

LIBERTA' DEI NON CATTOLICI
Sono indegni di una nazione che sotto altri aspetti ha diritto a considerarsi civile, gli ostacoli che vengono opposti alla liberta' dei non cattolici - i credenti di altri culti, gli agnostici, i liberi pensatori, ecc. - le angherie a cui vengono sottoposti, la discriminazione di cui son fatti oggetto. Da un terzo di secolo la situazione si e' venuta peggiorando progressivamente, con l'unica eccezione del triennio della Resistenza. Se la piu' completa liberta' di coscienza esiste nell'America del Nord e nell'Europa democratica nord-occidentale, per quale motivo non dovrebbe essa esistere in Italia dove la situazione comincia gia' ad apparire invece assai simile a quella che esiste nella Spagna di Franco o nel Portogallo di Salazar? Siamo forse inferiori ai Belgi e ai Canadesi? A controllare le coscienze vi e' un grosso esercito di preti e di vescovi, tagati e sovvenzionati dallo Stato; ad applicare la censura del clero ci pensano gli organi dello Stato, incluse quelle imprese nazionalizzate che non assumono personale se la persona da assumere non e' garantita dal parroco della localita' in cui vive. Separazione tra Chiesa e Stato non significherebbe soltanto la fine di un controllo intollerabile, significherebbe anche la possibilita' di ridurre un clero pletorico nei confronti dei credenti praticanti; significherebbe che in un paese in cui vi e' abbondanza di chiese, monasteri, conventi, vescovadi, abbazie, ecc., non si continuerebbe a fabbricare edifizi in cui vengono immobilizzati capitali ingenti, forniti non dai fedeli stessi ma dallo Stato sul quale spadroneggiano i clericali.

L'ARTICOLO 7
Ci vorra' del tempo per eliminare dalla Costituzione l'articolo 7, frutto del tatticismo machiavellico e sciocco dei dirigenti comunisti. Intanto occorre esigere che le autorita' ecclesiastiche non usurpino dei poteri a cui, in base al concordato stesso, non hanno diritto. Parroci e vescovi devono essere richiamati all'ordine e puniti quando si servono del pulpito e dell'abito ecclesiastico per esercitare pressioni di carattere politico e quando si occupano di organizzazioni ed associazioni il cui intento e' piu' politico ed economico che religioso. Il Papa deve decidere se vuole agire come vescovo di Roma e come tale ubbidire alle leggi dello Stato italiano o se vuole conservare la posizione di sovrano straniero, nel qual caso non ha il diritto di occuparsi di quello che avviene sia a Roma che in Italia, come non hanno il diritto di occuparsene ne' Voroscilof ne' la regina Elisabetta. L'insegnamento religioso nelle scuole deve rimanere facoltativo, quale lo si intendeva. Devono cessare i favori economici e finanziari che il governo clericale concede alle gerarchie cattoliche. Vanno applicate le leggi che impediscono l'accumularsi del capitale nelle mani di organi ecclesiastici.

Nessun commento: