IV. - PUNTI PROGRAMMATICI:
B) ISTRUZIONE PUBBLICA
Sommario: Scuole statali a disposizione di tutti - Formazione del cittadino.
SCUOLE STATALI A DISPOSIZIONE DI TUTTI
La scuola pubblica doveva servire in primo luogo a formare dei cittadini. Ma alla formazione dei cittadini oggi non si pensa piu'. L'abbecedario, il latino, la matematica non sono fini a se' stessi (neppure per quei pochi che vogliono occuparsi esclusivamente di grammatica, di latino o di matematica durante la loro vita); sono strumenti di cui ci dobbiamo servire per sviluppare le facolta' critiche di cui siamo dotati e che possono essere paralizzate dalla mancanza di uso, e per ampliare la nostra visione e la nostra capacita' d'azione. La scuola deve insegnare a ragionare: non e' compito della scuola fornire i risultati del ragionamento. Il libero uso della ragione e' la base di ogni liberta'; sta ai docenti, dai maestri elementari ai titolari di cattedre universitarie, insegnare quella cosa che e' fra le piu' difficili ad insegnarsi: come si fa a pensare, come si liberano le menti da pregiudizi e da dogmi, dall'ipse dixit di una qualsiasi autorita', persona o testo che sia. La scuola quale strumento per la formazione del cittadino non deve essere ne' confessionale, ne' marxista, ne' positivista, ne' idealista. Sta ai giovani decidere sul cammino da scegliere. Compito della scuola e' di far si' che la scelta sia intelligente, cosciente e prudente. Compito della scuola e' di far comprendere che la base di ogni liberta' e' il libero uso della ragione. La preparazione alle professioni e ai mestieri e' indubbiamente importante, ma non puo' e non deve essere la preoccupazione principale delle scuole pubbliche. In tutti i paesi progrediti la scuola serve in primo luogo a formare il cittadino: in questo campo l'Italia e' ancora paurosamente arretrata. Il progresso compiuto prima del 1922 venne eliminato sotto la dittatura; le speranze sorte nel 1943-46 sono svanite sotto la pressione clericale, al cui servizio si sono messi anche ministri che di liberale o di socialista non hanno che il nome.
FORMAZIONE DEL CITTADINO
La riforma della scuola comincia con gli insegnanti, cioe' con gli istituti dai quali escono gli insegnanti. Continua con l'universalita' dell'istruzione. Richiede edifizi scolastici decenti e stipendi che diano la possibilita' agli insegnanti di vivere decorosamente. In una societa' laica, la scuola pubblica deve essere la prima preoccupazione dello Stato. Manca il denaro - si dice. Certo per effettuare la trasformazione radicale di cui ha bisogno la scuola italiana ( i palliativi rappresentati da qualche riformetta, da un piccolo scatto negli stipendi, da edifizi scolastici rabberciati qua e la', servono ben poco), ci vogliono dei capitali ingenti. Vi sono pero' nelle finanze di Stato dei capitoli di spesa che possono essere eliminati, quali le spese per il clero. Vi sono altri capitoli che possono essere ridotti, che anzi devono essere ridotti fino a che non siano stati risolti i problemi della scuola - in primo luogo le spese militari. (Non serve a niente avere sulla carta un esercito numericamente forte quando manca la convinzione che fa del soldato un buon combattente; gli italiani che non si sono battuti per il fascismo - inclusi i fascisti - non si batteranno per clericalismo, neppure i clericali). La trasformazione della scuola e' opera lunga; anche se, volendo, si possono costruire in pochi anni nuove scuole e fornire le aule del materiale didattico di cui i giovani hanno bisogno, ci vogliono anni per creare un corpo insegnante moderno, dotato di un animus nuovo, capace di applicare una nuova metodologia, capace soprattutto di vedere nel fanciullo e nell'adolescente non un oggetto da plasmare in maniera che domani ne esca un contadino, un operaio, un burocrate sottomesso e servile, ma una personalita' da sviluppare, un cittadino da formare.