Il cancelliere Bertoletti era un funzionario d'ambasciata come tanti altri, non fosse stato altro per il suo potere di concedere i visti: in questo era il capo, e la sua decisione poteva essere cambiata solo dall'ambasciatore in persona, o dai grandi capi della farnesina.

Conduceva vita riservata e di lui si sapeva solo che si spostava su una utilitaria Fiat, per quanto si vociferasse che possedesse una grossa Mercedes nel garage. Non si capi' mai se avesse moglie e/o figli, ne' quali fossero i suoi hobbies nel tempo libero, ne' quanti anni di eta' effettivamente avesse, per quanto dall'aspetto lo si potesse collocare sui circa 40-45 anni, all'epoca.

La professione del cancelliere Bertoletti consisteva principalmente nel dire di no alla pletora delle genti mendicanti un visto per l'Italia. Il suo mestiere consisteva nel rispondere "no", accompagnandolo da laconiche spiegazioni sulle pratiche burocratiche che il malcapitato richiedente avrebbe douto espletare per ritemprarsi nella speranza di ottenere l'anelato visto d'ingresso in Italia.

I capelli gia' un po' bianchi, sempre ben vestito in una grigia eleganza burocratica e leggermente chino sulla testa e con gli occhi un po' socchiusi, come a scrutare e ponderare il caso pietoso di turno, il cancelliere Bertoletti ascoltava paziente e nella stragrande maggioranza dei casi rispondeva sostanzialmente "no".

Molto raramente il Cancelliere rispondeva cose del tipo: "ripassi tra un anno con i seguenti 328 documenti autenticati", tattiche dilatorie spesso usate invece dai suoi colleghi in altri settori dell'ambasciata. Bertoletti piuttosto diceva tanto laconicamente quanto chiaramente che: "guardi, qui non c'e' niente da fare, il visto non lo vede neanche col binocolo".

Per mentalita' e formazione e funzione professionale, Bertoletti era il "no-man" per eccellenza.

Un bel mattino di primavera, quando piove molto ma c'e' il sole e la temperatura e' mite, Bertoletti si sveglio' con il piede sbagliato, oppure con le palle girate. Non si sa come, non si sa perche', egli improvvisamente decise di essere un uomo anziche' un caporale.

L'ambasciata ne fu sconvolta.

Bertoletti si presento' con uno splendido sorriso sulle labbra e si mise subito alacremente al lavoro per rilasciare visti a "cani e porci". Gli impiegati, a dir poco sconcertati se non esterrefatti, si chiesero dapprima se il loro capo-ufficio fosse impazzito, comunque eseguirono obbedientemente (salvo poi manifestare riserve con i grandi capi), e non pretesero spiegazioni.

La sera Bertoletti torno' a casa con lo stesso sorriso sulle labbra col quale ne era uscito al mattino. Lo ripose con cura nel cassetto privilegiato e si addormento' da uomo, fiero di non essere piu' un qualsiasi caporale.

Col sottofondo dei Dire Straits, dormi' il sonno dei giusti, certo di trarne l'energia che il mattino seguente gli sarebbe servita per affrontare a testa alta i fottuti criminali di guerra, o quantomeno la miopia di certi suoi capi.

[ 1. continua ]