Finalmente potei inginocchiarmi a prenderle in mano un piede...

(feticismi di Roberto Granzotto)

Finalmente potei inginocchiarmi a prenderle in mano un piede e cominciare a leccarlo e succhiarlo dalle dita e su per l’arco e davanti a metà, mentre le prendo l’altra caviglia e mi schiaccio la suola del sandalo sulla patta dei pantaloni. Ma che fa, si mette le dita fra le gambe, si tocca, si tira giù lo zip, non ha niente sotto i pantaloni di lino, si tocca ancora. Elena è una delle donne più belle del mondo. Vi basti pensare che era fidanzata nientemeno che con Mauro Suttora, che poi le ha preferito Nicole Kidman, il salame. I lunghi capelli corvini misteriosamente talvolta s’accendono di un rosso scuro nei riflessi di luce. Ha gli occhi di color diversi e un imperiale organo olfattivo veramente aristocratico. La parte femminile della mia sessualità vorrebbe baciarlo e mordicchiarlo delicatamente per testarne, tastarne durezza della cartilagine, elasticità della carne e sapore dell’epidermide, e infine succhiarlo per eiacularvene i capperoni succulenti in un’eruzione di lava mucosa. Agogno di poterle pulire le orecchie con la lingua e la bocca, ah la bocca... improvvisamente la bocca è premuta contro la mia a slinguazzare intensamente. Sono sconvolto! Ma non era delusa dagli uomini, asessuata come -Capezzone-?!? Invece no, si poteva percepire materialmente nell’aria il dissolversi nell’antimateria degli asessuoni positivi e negativi dell’asessualità cosmico-capezzonica, che fino a quel momento si tagliavano con il coltello. Assatanata mi denuda con una mano e si denuda con l’altra. Nei successivi tre quarti d’ora ci prendiamo in tutti i modi più noti finché lei esausta dopo sette orgasmi implora: “vieni! Vieni! vienimi ventro, spruzzami il dentro! Riempimi! Godi!”

Le avrei chiesto qualche ora più tardi, abbracciati al risveglio, se non temesse di essere rimasta incinta, e lei, soave: “magari, Roberto. Quale donna non vorrebbe un figlio da te?”

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