…incontrai, se ben ricordo, Penelope Cruz…
(Piero Welby il 6 luglio 2004)
…incontrai, se ben ricordo, Penelope Cruz… al corso di scrittura creativa del Prof. Marino.
le labbra! Che labbra! Mi chiese gli appunti su De Signoribus… lei parlava parlava e una vocina in testa mi ripeteva: bocchino bocchino bocchino bocchino.
Le offrii: un Calippo, un cornetto Algida, un ghiacciolo, due lecca-lecca, il mio dito indice.
Leccò, succhiò, aspirò, umettò, lambì, mordicchiò, mugolò, sospirò soddisfatta.
Che labbra! Un po’ la Bardot, un po’ la Loren, un po’ un anfiosso, e un po’ il Folletto…un agnate morbido e avvolgente.
Che lingua! un mollusco esagitato che mulinava come il fioretto del Cirano…per poi colpire con un affondo che bagnava il labbro superiore di una suntuosa lacca cinese color cinabro.
Mentre lei mi aspettava, seminuda, sulla poltrona Lazy boy, io feci la doccia e un semicupio all’ estratto di mandarino. Fu una lotta! Io le spingevo, energicamente, la testa verso il basso e lei svicolava, come Fassino sulla 40. cedette improvvisamente! Mi rilassai e una elastica gelatina, tiepida e confortante, avvolse il glande, come una ameba affamata… ma, porc! Aveva mollato la presa e, con l’indice e il pollice, infilati in bocca a mo’ di pinza, biascicava: -mpelo, ho unn mpelo uhuu, demnti-
Andò in bagno e non la rividi più.
Ho passato un brutto periodo. Un anno in analisi e venti giorni in clinica. Mi ha salvato il Vate, D’Annunzio. Come lui mi sono fatto asportare due costole per lato e… posso farmi i bocchini quando voglio.
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