Nell'immaginario collettivo manipolato dalla comunicazione di massa si identifica spesso il sistema statale come "verticale" in quanto dirigistico e contrapposto a una amministrazione più vicina ai cittadini e quindi più "orizzontale", ma due economisti britannici vanno controcorrente proponendo un'analisi dall'altra parte del cannocchiale, un ribaltamento della prospettiva che apre straordinari spazi a nuovi sviluppi della teoria e pratica della democrazia liberale.
La teoria della "verticalizzazione" delle regioni italiane è stata elaborata alla London School of Economics dai proff di marketing Schnur e Patel, rispettivamente docenti di downsizing e streamlining, tecniche che dimostrano in pratica nelle loro lezioni: Schnur sega due centimetri di pene a Patel (downsizing) che conseguentemente se lo alliscia col ferro da stiro per riportarlo alla lunghezza originale ma più sottile (streamlining). Alla fine dell'anno accademico è diventato così sottile che un parlamentare l'ha confuso per un pelo del pube e glie lo ha strappato durante la cerimonia elvetico-lombarda di cui a un post precedente.
L'originale teoria dei due eminenti studiosi consiste nel ruotare di 90 gradi sul proprio lato orientale la regione interessata alla secessione, poniamo il caso ancora la Lombardia. Nonostante le evidenti difficoltà di ordine pratico - occorre segare in profondità il perimetro della regione, separarla di sotto dalla crosta terrestre e sollevarla dal lato occidentale di 150 km -, Schnur e Patel sostengono ardentemente gli enormi vantaggi che ne deriverebbero alla causa secessionista.
I detrattori del duo londinese di guru del marketing, però, contestano sulla base di simulazioni al computer che soltanto i valtellinesi potrebbero accomodarsi a vivere su pareti rocciose ex verticali ora orizzontali, mentre il resto della popolazione rotolerebbe nel lago di Garda, causa la forza di gravità, e che neppure i milanesi - pur adattatisi a lavarsi nel wc -, potrebbero sopravvivere nello spazio senza polveri, benzeni e monossidi essenziali alla loro respirazione.
Protestano anche i piemontesi, per i quali il sole sorgerebbe a mezzogiorno, e i moderati del Movimento liberale secessionista puntualizzano che, pur prendendo seriamente in considerazione ogni idea originale, non possono abbandonarsi a facili soluzioni, scorciatoie fuorvianti rispetto al conseguimento del supremo diritto alla secessione. Accogliendo lo spirito rivoluzionario della proposta, ne contropropongono una sperimentale di semplicemente ruotare sul piano orizzontale per provare a vedere se la secessione funziona meglio con le alpi a strapiombo sul Po e Mantova come valico per la Svizzera, per esempio.
Va da se che ciò comporterebbe segare il perimetro lungo un quadrilatero di lati uguali, un quadrato di circa cento miglia per cento, e quindi ridisegnare i confini della regione: nella sua razionale quadratura la Lombardia perderebbe Bormio e l'oltrepo' pavese ma annetterebbe Piacenza e metà Ticino, mentre Novara risulterebbe segata in due. nel caso della rotazione di 180 gradi in esame, le stazioni della ferrovia si succederebbero: Torino - Novara Ovest - Desenzano - Brescia - Milano - Novara Est - Verona. e vi sono naturalmente altre due combinazioni per provare a vedere se ci si trova meglio con le alpi rivolte ai veneti o ai piemontesi.
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