Una voce che vorrebbe essere sexy, ma riesce soltanto ad essere un'imitazione volgare di un 166, mi soffia nell'orecchio: "mio marito è allo stadio, perché non viene a prendere... un caffè?".
Ed è proprio il sentirmi dare del lei e lo stacco tra le parole "prendere" e "caffè" che mi strizza le palle e mi fa lasciare il letto senza troppi rimpianti.
Prima di suonare il campanello mi guardo intorno con una certa diffidenza, il sospetto che ci sia una cinepresa che stia riprendendo la scena mi è venuto perché tutto corrisponde al solito incipit delle pellicole porno.
Driiiinn… driiinnnn
- Chi è?
- Sono il lattaio
- Ah il lattaio, bene! Entri... entri pure, ma non mi guardi perché stavo facendo la doccia.
- Dove glielo metto… il latte?
- Mettilo qui cappuccettone rosso!
E così dicendo la lupona aprì le cosce e inghiottì tutto intero il povero lattaio.
Driiinn… driiinnn
- Chi è?
- Sono io
- Ah è lei, bene! Entri… entri pure, ma non mi guardi perché stavo facendo la doccia.
A questo punto il copione cambia, ma soltanto nei particolari più insignificanti, una tazzina di caffè troppo caldo e troppo dolce, una sigaretta fumata nervosamente sul divano, ma già sai come andrà a finire... e per la prima volta nella vita ti senti lattaio.
Appena entrati in camera da letto smette di tenermi la mano sul cazzo come se mi portasse al guinzaglio e tolta dal comodino la foto del marito la ripone nel cassetto mormorando: "sono tanto contenta che siate diventati amici"… mentre è ancora chinata che armeggia le guardo i peli neri arruffati che dalla fica risalgono verso il culo e mormoro, con una voce più falsa e traditrice di quella di Jago: "sono contento anch'io, andiamo molto d'accordo".

Nessun commento: