NyLon! - capitolo 15
Ad Amburgo Andrea sondava in profondità il Tosoni stesso, e subito dopo il Tosoni stesso lo ricambiava a sua volta sondandolo in profondità. Dolorosamente. Con uno dei biglietti gratis della Raffa, Andrea era atterrato nel pomeriggio a Fuhlsbüttel e subito si sentì a casa come a Schiphol. In mezz’oretta l’autobus li portò in centro dove Tosoni gli offrì una rotante cenetta romantica in cima alla torre, dopodiche la Schnellbahn li condusse a Sankt Pauli e - complice l’usuale cocktail di cocaina, ecstasy, manzanilla, tetraidrocannabinolo e viagra, che per buona regola salutare prendeva rigorosamente in ordine alfabetico - passeggiando mano nella mano sulla Reeperbahn col Tosoni di rosa velato Andrea si lasciò andare alle reminescenze della sua gioventù in madrepatria.
- Ah... msterdam... prima puttanation... anni diciassette, fiorini cinquanta... FTF... bella mora più dolce... le poppe, fiorini cinquanta... pomparla... FTF... altra moracciona, fiorini cinquanta... goldone, posizione uno... stantuffarla... scoglionato... FTF... spade per la coca in vena... castano-bionda sui 25, fiorini cinquanta... tronco di mussa superlativa... monta, specchio, pecorina, sodomia... FTF... mulatta chiara, fiorini cinquanta... customer satisfaction... FTF...
- Voglia benevolmente il mio dolcissimo et graditissimo ospite perdonarmi nel permettermi interromperlo per al di Egli rivolgere la questione di rendermi edotto sul quale significato attribuire al criptico acronimo FTF nelle per quanto avulse circostanze di cotanto codesto contesto?
- Deformazione professionale. L’Autore di questa puttanata pazzesca lavora sepolto in un dannato helpdesk informatico. Nel loro gergo FTF vuol dire First Time Fix. Vale a dire soluzione immediata. Eiaculazione precoce nel mio caso
- E come dunque cionondimeno e vieppiù, mia edulcorata quanto effimera relazione in sì tanti luoghi di perdizione, poter traslare tanta irrispettosa rozzezza microelettronica dell’Autore in aulici termini più confacenti ad una babelica tradizione, traduzione, dalla torre che non posso esimermi dal definire eburnea?
- Sconigliata
- Ah, ora capisco...
Come finì la serata lo sappiamo già: in una squallida laterale della Reeperbahn Andrea sondava in profondità il Tosoni stesso, e subito dopo il Tosoni stesso lo ricambiava a sua volta sondandolo in profondità. Dolorosamente.
- Osti, che male, come fai ad averlo così duro alla tua età?
- Chi di viagra ferisce, di viagra perisce. A ognuno il suo!
- Vacca, come mi fa male. Adesso che te l’ho dato, mi dici la risposta alla quinta domanda del tuo test di radicalità?
- Ce l’hai già dentro di te - filosoficamente rispose il Sommo frocio radicale unico con la saggezza e audacia che sarebbero proprie del Dalai Lama in meno pornografiche circostanze - e non permetterti mai più di chiamarmi vacca
Il giorno dopo appropinquandosi Heathrow e la sua crisi di mezza età, di ritorno dalla unicorno-discratico-trisagico-tetraplegico-pentapartitico-esageratamente-eptacriptica-ottuagenaria-nonetheless-decappalle esperienza eburnea, Andrea non potè fare a meno di riflettere sulla vacuità della sua vita e su come questa fosse stata divelta nella sua pubertà dal prete pedofilo nella sua infanzia a Tor Pignattara.
Nello stesso momento a Tor Pignattara addentando un piccione ancora vivo, don Domenico Spena, il popolare prete rockettaro straordinariamente somigliante a Ozzy Osbourne (che infatti lo interpreta in questa storia), non aveva perso il vizio di corrompere una più giovane generazione. Ma negli anni gli si era afflosciato, e quel nuovo chierichetto esperantista non avrebbe satanicamente potuto corromperlo che by proxy.
- Albergo, ormai sei grandicello. Devi pensare a metter su famiglia. Ti presento la qui presente mia beniamina popstar esperantista Sara Piccardo, interpretata da Lapa Orlandi all’uopo depilatasi, e detto fatto vi dichiaro marito e moglie finché un dio pagano non vi separi. Vi impongo altresì che vostro figlio si chiamerà Damiano con inciso 666 sulla capoccia esperantomorfa
- Oh, kolko e hubava - nella sua estasi l’Albergo confondendo il bulgaro con l’esperanto - com’è bella questa vergine dalla pelle liscia e bianchissima, le deliziose tettine coi capezzoli che s’inturginiscono quando le parlo in esperanto e la delicata fritolina che sta per sbocciare come una rosa, not to mention la sua straordinaria intelligenza manifestatasi nella eccitante capacità di apprendere così velocemente l’esperanto...
Siamo quasi alla fine del quinto capitolo e, dall’Elba al Tevere passando per l’Hudson e il Tamigi, sto per affliggervi con la prima riunione del comitato radicale alla quale posso partecipare anch’io, dopo che grazie al sacrificio di Andrea ho sussurrato nell’orecchio a Capezzone la risposta alla quinta domanda del Testosoni. Purtroppo in questo capitolo non c’è più spazio e bisognerà rimandare al prossimo. Nel frattempo siamo proprio alla fine del quinto capitolo e finalmente rientra in scena il candido magnate indo-orobico John Patel! Ho trovato qualcosa di più intelligente da fargli fare che chiudere le parentesi, ma purtroppo in questo capitolo non c’è più spazio e bisognerà rimandare al prossimo.
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