NyLon! - capitolo 25

Oban, finalmente. Finalmente una pinta di Tennent, pensò il gladiatore romano Giulio Carmelo Palmanfredi dopo tre ore di treno. E da Oban, il traghetto per l’insignificante isola di Mull, verde-castana come gli occhi della sua cooperativa consorte Irene Abigail che la perlustrava nell’impaziente attesa del traghetto per Iona, dove mi scrisse una cartolina che prontamente vi giro.

Carissimo Roberto Cicciomessere, sorry, lapsus freudiano, volevo dire Roberto Granzotto, ricomincio Carissimo Roberto Granzotto che amo tanto e avrei sposato se purtroppo non fossi stata già sposata col Palmanfredi e tu non fossi stato vasectomizzato dalla Bonino, ti scrivo dall’isola di Iona e ti ringrazio per avermi consigliato questa esperienza spirituale. Devi sapere che, a seguito del bagno di sangue di Cooldrumman nel 521, Columba venne qui con dodici apostoli per sconfiggere il mostro di Loch Ness, senza sapere che questi eri tu e lo avresti sopravvissuto fino a questi tempi moderni. Ma ti interesserà sapere, o forse interesserà di più al fondamentalista Andretta, che Iona rimase autonoma da Roma creando una sorta di cristianesimo celtico: i missionari partivano da qui per cristianizzare le altre isole britanniche, fino a quando nel 803 sbarcarono i vichinghi e, affamati, si papparono 68 monaci in un boccone. Cinque secoli dopo e da Iona i libertari vichinghi si ritrovarono relegati dove dimorano tuttora in scandinavia, colà confinativi dai liberisti benedettini del macabro ordine “della vedova” che riconoscevano in Pannella l’autorità suprema. Poi venne la Riforma e il resto è storia. Presbiteriani siamo, in Scozia, non vagamente protestanti come dice Giulio Carmelo, che si sbaglia anche nel sostenere che non ci siano cattolici: ce ne sono ancora troppi, ogni fine settimana li potete vedere tutti ubriachi e violenti recarsi alla funzione calcistica del Celtic. Ciao Roberto, da Iona ti devo salutare in fretta per tornare a Glasgow-Prestwick a imbarcarmi verso il congresso radicale a New York. Presbiterianamente tua, Abigail

Prestwick ultima tappa del grande salto radicale atlantico, nella cabina di pilotaggio del terabus il comandante di lungo corso Marco Pannella era come di consueto seduto a sinistra con la co-pilota Emma Bonino alla sua destra, che starnazzava

- Oh Baztalà! Zono trent’anni che guidi tu col totale controllo! Adezzo voglio guidare anch'io, voglio guidare io!! Voglio finalmente zedermi lì a ziniztra per andare a ziniztra, casso! Guarda qui la carta geografica ziamo a Glazgow e dobbiamo andare a New York che zta a ziniztra, casso!, ze giri a deztra come al zolito finiamo nuovamente impantanati a Mozka!

Nella sua infinita saggezza il comandande Pannella - consapevole essere venuto il momento di lasciare la cloche -, inusualmente per lui senza proferir parola scambiò di posto per cederli, il posto e la cloche, a Bonino sul volo 911 per New York.

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