Granzotto contro Pavon in Alcologia San Michele - Capitolo 5
- Collettivo! Noi siamo nel tempo e il tempo è dentro di noi...
Discorsi senza fine avevano piantato quella parola - Collettivo! - nella testa di Gloria Rostagnow come un parassita che l'infermiera di origine polacca non riusciva a sradicare, e si chiedeva retoricamente che cosa ci potesse essere di collettivo nella dittatura nosocomica che cercava di unificare per mezzo della competizione: la stanza tenuta meglio, il letto meglio rifatto, lo slogan più azzeccato e i disegni più terribilmente angoscianti nel reparto ai piedi delle alpi carniche, la cui bellezza contrastava stridente col tetro totalitarismo criticato dalla paramedica poetessa. I degenti non condividevano alcun interesse, non c'erano un ritmo, un fine comune. Ogni centimetro quadrato dei muri del gulag era ricoperto dalle gigantografie del caro leader Granzotto, già rese tristemente familiari nella mensa ospedaliera, tutte accompagnate dallo stesso proclama - Collettivo! Il lavoro ha fatto dell'alcolista un uomo!
Almeno nella sua baita a Molinaro Terme poteva respirare. Era stato un remoto villaggio fino a quando nell'ottocento i monti carnici divennero di moda con il romanticismo e si sviluppò come località di villeggiatura dove si stabilirono pittori, musicisti e scrittori del calibro di Wyspianski e Witkiewitcz. Dei due massimi Stanislaw della letteratura polacca, certamente Gloria preferiva l'Instabilità del secondo, suicidatosi il giorno dell'invasione sovietica della Polonia, con le sue comiche e brutali lussurie, la sua indulgenza psicotropa nella satira contro il piano bolscevico di dominare il mondo, la sua fascinazione per i pezzi astratti di metafisica estetica che le ispirarono un patafisico liricismo. Prese mentalmente nota:
- Il sebaceo subacqueo si tolse un salmone sconcertato dal viso inciampando sulla salma della vedova...
E prese fisicamente l'automobile per scendere a gran velocità verso San Michele del Friuli. Conosceva ogni metro del tragitto sul quale quasi tutti i giorni allo stesso minuto della stessa ora per anni aveva incrociato la collega allo scambio dei loro rispettivi turni, la collega con minore anzianità di servizio che l’aveva superata nella graduatoria per la promozione a caposala ingraziandosi l’adultero primario nella loro sordida relazione clandestina. In prossimità di quella che era tristemente nota come la curva della morte Gloria Rostagnow accelerò portandosi sull’altro lato della carreggiata per immolarsi nello scontro frontale con la rivale Diana Bernardini che avrebbe lasciato entrambe le belle donne carbonizzate in un inestricabile ammasso di lamiere roventi
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