Alessandro Tessari, UNA FAVOLA NUCLEARE

2. LA COMMISSIONE

Il presidente della Commissione dette lettura di una proposta di legge per rendere più rapido e deciso l’avvio del piano nucleare. Erano anni che tutte le leggi sul nucleare si impantanavano nell’ostilità delle regioni, nella diffidenza dei comuni, nella collera dei cittadini. Come se non bastasse, radicali ed ecologisti si erano messi ad agitare gli animi per cui sembrava sempre più difficile poter mettere l’Italia in linea con i paesi più moderni ed emancipati.

Si era così fatta strada, nei più, l’idea che bisognasse stralciare da quell’ammasso di articoli di leggi enfatiche, di enunciazioni solenni, un solo articolo – snello – che prevedesse un congruo risarcimento ai comuni che avessero ospitato le nuove centrali nucleari. Questo era il fatto e, su questa necessità, subito convennero tutti i commissari ad eccezione del nostro “ostruttore” che, appunto in quella occasione, annunciò il suo ostruzionismo. Diceva – l’ingenuo – che questa norma legalizzava le tangenti e non sapeva – forse per l’età o per il furore antinucleare che lo accecava – che da anni lo Stato dava congrui contributi ai comuni per il disturbo creato dai grossi impianti di produzione elettrica. Ma procediamo per gradi.

Il 1° aprile del 1982 i commissari, scherzosi, prepararono il pesce di rito all’ostruttore decidendo che, trattandosi di una modesta leggina, era meglio evitare l’esame solenne dell’Assemblea con tutti i deputati. Molto meglio votarla in Commissione, tra pochi intimi. Questo, tra l’altro, offriva indubbi vantaggi: maggiore discrezione – data la delicatezza dell’argomento -, niente giornalisti, niente tribune con il pubblico emozionabile, niente pubblicità. Furono quindi sgominati tutti i tentativi dell’ostruttore di portare le telecamere, i giornalisti, i curiosi, di fare insomma, della Commissione, un palcoscenico.

I suoi argomenti erano piuttosto sempliciotti anche se sembravano sensati. Se il nucleare – diceva – è bello, pulito, necessario all’economia e al progresso, che necessità avete di inondare di miliardi i comuni che lo ospiteranno? Volete forse comprare la loro paura, le loro preoccupazioni o addirittura la loro salute? E poi, che senso hanno tutti questi sotterfugi, questa clandestinità, questo lavorare a “porte chiuse”? Tutti risero di cuore alla battuta e con qualche gomitata ammiccante si disposero, allegri e solerti, al duro lavoro che li attendeva.

Il relatore per la maggioranza pose sul tappeto la prima questione: come titolare la legge? Proposta: contributi a favore di comuni sede di centrali nucleari. No, no, fanno in coro i diversi commissari. La parola “nucleare” non deve comparire. Più indiretti bisogna essere, più sfumati, che diamine! Ci manca anche di sbattere il mostro nucleare in prima pagina sul titolo di legge! Possiamo dire “termonucleare”, per esempio, suggerisce qualcuno. No, no, fanno eco in molti. “Termoelettriche”, questa è l’espressione giusta. Anzi, meglio di tutto, “centrali elettriche”, semplicemente, è più casto. Sarà anche più casto, sbotta qualcuno, però la dicitura comprende anche le centrali non nucleari, quelle a carbone. Beh, fa con aria sorniona il proponente, il carbone, in fondo, anche lui ha i suoi problemi. Anche lui procura qualche fastidio ai vicini di casa… A questo punto tutti i commissari si erano messi a dire la loro sulla diversificazione, sul nucleare e sul carbone.

Il presidente ebbe un moto di sgomento: non è per caso che vi state alleando con l’ostruttore anche voi? Dopo diversi scambi di battute in linguaggio cifrato, dove ritornava costantemente un richiamo al petrolio e ai suoi prezzi in salita, e qualche telefonata con interlocutori che rimanevano sempree nell’ombra, il relatore, che deve riferire sul testo da sottoporre al voto della Commissione, prende in mano la situazione: il nucleare e il carbone sono ugualmente meritevoli per la causa del progresso. Non penso si debba negare al secondo quello che accordiamo al primo… Casomai qualcosina di meno. Tutti i commissari si congratulano per le parole così lapalissiane del relatore e decidono che così va bene. La legge viene pertanto titolata: “Norme per l’erogazione di contributi a favore di comuni sedi di centrali elettriche alimentate con combustibili diversi dagli idrocarburi”.

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