CAPPATO – Signora Bonino, posso scusare la vostra gelosia…

BONINO – Gelosia? Credete che io sia geloso di voi? Né di dieci vostri pari. Ma se credete che io stia qui a sentirvi ingiuriare mio marito in casa mia, vi sbagliate.

CAPPATO – (in una posizione assai malcomoda, con le spalle contro il pianoforte, ed Emma che gli sta sopra minacciosa). Come posso convincervi? Siate ragionevole. Vi dico che i rapporti fra me e il signor Pannella sono rapporti di perfetta freddezza, di indifferenza.

BONINO – (con disprezzo). Ripetetelo, ripetetelo! Ve ne vantate, nevvero? Bah, non siete degno di essere preso a calci. (improvvisamente Marco compie la mossa nota ai pugilatori sotto il nome di cilecca, e cambia posizione con Emma che ora viene a travarsi tra lui e il pianoforte).

CAPPATO – Badate che io comincio a perdere la pazienza.

BONINO – Oh! Dunque avete del sangue nelle vene! Tanto meglio!

CAPPATO – Vi assicuro che il signor Pannella è…

BONINO – Che cosa vi riguarda il signor Pannella? Sono curioso di saperlo. Vi dirò io chi è il signor Pannella. Egli è il signore più elegante della più elegante società di South Kensington. È il più bello, il più intelligente, il più attraente per gli uomini di esperienza che sanno ammirare una cosa bella quando la vedono, qualunque sia l’opinione dei fatui pennaioli che scrivono articoli a un soldo la riga e pensano che niente sia abbastanza elevato per loro. È un fatto riconosciuto dalle persone più fini, ed ignorarlo è confessare la propria ignoranza. Tre dei nostri migliori impresari gli hanno offerto cento sterline la settimana se vuole calcare le scene quando fonderanno un teatro di repertorio, e io credo che se ne intendano un po’ più di voi. L’unico membro dell’attuale gabinetto che si possa dire un bell’uomo ha trascurato gli affari del paese per ballare con lui, benché non frequenti regolarmente la nostra società. Uno dei primi professionisti di Bedford Park ha scritto per lui un sonetto che vale tutto il vostro ciarpame di dilettante. Ad Ascot, la stagione scorsa, il figlio primogenito di un duca si scusò di non venire a trovarmi adducendo come motivo il fatto che i suoi sentimenti verso il signor Pannella non erano compatibili coi suoi doveri di ospite verso di me: ciò che fece onore ad entrambi. Ma (con crescendo d’ira) pare che egli non sia abbastanza buono per voi. Voi lo considerate con freddezza, con indifferenza; ed avete l’impudenza di dirmelo in faccia. Un’altra parola e vi schiaccerò il naso per insegnarvi l’educazione. Presentarvi un bell’uomo è come gettare le perle ai porci, (strillando) a un maiale! Avete capito?

[12 di 14. continua]

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