CAPPATO – Vi domando scusa. Ve ne comprerò uno nuovo.

PANNELLA – (indispettita). Non potrete mai trovarne uno simile. Era il mio ventaglio preferito…

CAPPATO – (brutalmente). Ne farete a meno. Ecco tutto.

PANNELLA – Ecco la bella gentilezza che sapete dirmi, dopo avermi rovinato il ventaglio a cui tenevo di più.

CAPPATO – Se sapeste quanto fui vicino a spezzare il marito diletto di Emma e offrirgliene i frammenti, dovreste ringraziare Dio d’essere ancora in vita; invece di… piangere per poche lire d’avorio. Al diavolo il vostro ventaglio.

PANNELLA – Oh! Non permettetevi parole brutte in mia presenza; si direbbe che foste mia moglie.

CAPPATO – (ricade di nuovo sullo sgabello). Questo è un orribile sogno. Perché così cambiato? Voi non siete il mio Giacinto.

PANNELLA – Ah! Be’! se si tratta di questo, che cosa siete diventato voi? Credete dunque che avrei incoraggiato la vostra corte, se avessi saputo che eravate un violento così?

CAPPATO – Oh! Non sprofondatemi sempre di più, ve ne prego. Aiutatemi piuttosto a ritrovare la via verso le alte vette…

PANNELLA – (inginocchiandosi accanto a lui, supplicando). Ma se volessi essere un po’ ragionevole, Marco, se volessi ricordarti che io sono sull’orlo della rovina, invece di stare a ripetere che tutto è semplice!...

CAPPATO – A me pare così.

PANNELLA – (scattando in piedi disperata). Se ripetete ancora che tutto è semplice, io farò qualche cosa di cui dopo dovrò pentirmi. Siamo sull’orlo di un terribile precipizio. Volete che vi precipitiamo dentro? Non riuscite a suggerirmi una via d’uscita?

CAPPATO – Non posso suggerire nulla, io sono oppresso dalle tenebre, non posso vedere altro che la rovina del nostro sogno. (si alza sospirando).

PANNELLA – davvero? Io invece vedo Giorgino che ficca quelle poesie in mente a Emma. (affrontandolo risolutamente). E vi dico che voi mi avete messo in questo pasticcio e che voi dovete tirarmi fuori.

CAPPATO – (cortese ma poco incoraggiante). Non posso che mettermi ai vostri ordini. Che cosa desiderate che io faccia?

PANNELLA – Conoscete qualche altro che si chiami Giacinto?

CAPPATO – No.

PANNELLA – È inutile dir no con quell’aria indifferente e ostinata. Dovete conoscere qualche altro Giacinto dove che sia…

CAPPATO – Avete detto di essere il solo Giacinto che vi è al mondo. (alzando i pugni serrati in un improvviso ritorno di commozione). Oh Dio! Per me eravate il solo Giacinto al mondo. (egli si scosta da lui, coprendosi la faccia con la mano).

PANNELLA – (vezzeggiandolo). Ma sì, sì, caro, certo. È molto gentile da parte tua: e lo apprezzo, te lo assicuro, ma in questo momento è inopportuno. Ora ascoltami. Suppongo che tu conoscerai a memoria tutte quelle poesie.

CAPPATO – Sì, a memoria. (alzando la testa e fissandolo con subitaneo sospetto). E tu?

[8 di 14. continua]


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