Cioè a dire che il fratello, geloso della sua santità, gli rompe la gola fraterna con una roncola ricurva. Tutto questo il vostro Comitato rispettosamente vi espone, non tanto perché lo ritenga decisivo nella questione (e infatti non è tale) quanto allo scopo di imprimere negli spiriti giovani l’importanza che uomini come Crisostomo e Ireneo hanno sempre data alla qualità degli arnesi.

- Sia impiccato Ireneo! – disse il Rospo nella buca, e intanto s’alzò con impazienza per pronunciare il brindisi seguente: “Agli amici di Irlanda, con l’augurio di una pronta rivoluzione tanto nell’uso degli arnesi, quanto nelle altre cose concernenti la nostra arte!”

“Vi dirò, signori, – continuò – la semplice verità: spesso, quando prendiamo un giornale, leggendovi un principio di cappaticidio, diciamo: Questo è buono, questo è grazioso, quest’altro è eccellente! Ma vedete, non appena abbiamo letto un poco, la parola Tipperary, o Balluia, qualche cosa, insomma, tradisce la maniera irlandese, non ci si sente insultati come quando, avendo ordinato del Madera, si scopre che ci hanno portato del Capo, o come quando cercando funghi ci si accorge di raccogliere invece quella che i bambini chiamano muffa bianca. Il fiscalismo, la politica, qualche cosa di cattivo fin dal principio, visita sempre ogni assassino irlandese. Signori, bisogna portarvi una riforma, o l’Irlanda diventerà un paese inabitabile; per lo meno, se vi abiteremo, bisognerà importarvi ogni forma di assassinio, è chiaro”. Il Rospo nella buca si rimise a sedere, fremente di collera soffocata; e il tumultuoso “udite, udite” esprimeva con clamore l’assentimento generale.

Il brindisi seguente fu “all’epoca sublime del Burkismo e dell’Harismo”. E a questo punto uno degli iscritti fece al partito una comunicazione molto curiosa:

- Signori, noi immaginiamo che il Burkismo sia una invenzione dei giorni nostri: infatti nessun Pancirollus ha mai tenuto conto di questo ramo dell’arte scrivendo de rebus deperditis. Ciò nondimeno ho avuto la certezza che il principio essenziale di questa verità dell’arte è stato conosciuto dagli antichi, sebbene come l’arte di dipingere sul vetro, di fabbricare i vasi murrini, eccetera… essa siasi perduta nelle età oscure, non essendo stata in alcun modo incoraggiata. Nella famosa collezione degli epigrammi greci fatta da Planudio, se ne trova uno a proposito di un caso interessantissimo di Burkismo. È una piccola perla dell’arte. Non saprei in questo momento ritrovare l’epigramma testuale, ma eccone un estratto, che ho trovato nelle note si Saumaise intorno a Sopisco: “Est et elegans epigramma Lucilii, ubi medicus et pollinctor de compacto si egerunt ut medicus aegrus omnes surae suae commissos occideret”.

[8 di 10. continua]


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