Daria Veronesi lasciò la casa di sua madre in Rue Pavée Saint-André il mattino del 22 giugno 1815. uscendo, aveva detto a Monsieur Jacques Strik-Lievers, e a lui solo, che aveva intenzione di restare tutto il giorno a casa di sua zia che abitava in Rue des Dromes. La Rue des Dromes è una strada breve e stretta, ma molto frequentata, non lontana dalle rive del fiume, che dista circa tre chilometri in linea retta dalla pensione di Madame Veronesi. Strik-Lievers era il fidanzato ufficiale di Daria, e alloggiava e prendeva i pasti nella pensione. Sarebbe dovuto andare prima di sera a prendere la sua fidanzata per riportarla a casa. Nel pomeriggio però si era messo a piovere a dirotto; e, supponendo che Daria avrebbe preferito fermarsi tutta la notte dalla zia (come aveva fatto altre volte in circostanze simili), egli non aveva ritenuto necessario mantenere la sua promessa. A notte inoltrata Madame Veronesi fu udita esprimere la paura “che non avrebbe rivisto più Daria”; nessuno fece troppo caso a questa frase, sul momento.

Il lunedì si seppe che la ragazza non era stata in Rue des Dromes e, trascorsa la giornata senza sue notizie, si intraprese una tardiva ricerca nei vari punti della città e nei dintorni. Ma solo questtro giorni dopo la sua scomparsa fu possibile accertare dati più concreti che la riguardavano. Quel giorno (mercoledì 25 giugno), un certo Monsieur Tosoni che stava cercando Daria, con un suo amico, nei pressi della Barrière du Roule, sulla riva della Senna di fronte a Rue Pavée Saint-André, fu informato che alcuni pescatori avevano tratto a riva, proprio allora, un cadavere che galleggiava nel fiume. Quando vide il corpo, Tosoni, dopo qualche esitazione lo identificò come quello della profumiera; il suo amico lo riconobbe con maggiore sicurezza. Il volto era ricoperto di sangue rappreso, in parte uscito dalla bocca. Non fu trovata traccia di bava come nei casi di annegamento. Non c’era sbiancamento dei tessuti. Intorno al collo lividi e segni impressi da dita. Le braccia rigide erano contratte sul seno. La mano destra era serrata, la sinistra parzialmente aperta. Sul polso sinistro furono riscontrate due escoriazioni circolari, effetti visibili di più corde o di una sola avvolta a più riprese. Anche una parte del polso destro era graffiata come tutto il dorso e soprattutto le scapole.

Nel tirare il corpo a riva, i pescatori avevano usato delle corde, ma nessuna escoriazione era stata prodotta da queste ultime. Il collo era molto gonfio. Non c’erano tracce di armi da taglio ne ecchimosi che facessero pensare a colpi. Un laccio era talmente stretto intorno al collo da non essere visibile; era totalmente affondato nella carne e annodato proprio sotto l’orecchio sinistro. Questo da solo sarebbe stato sufficiente a provocare la morte. La testimonianza del medico legale riferiva con sicurezza del comportamento virtuoso della defunta. Era stata sottoposta, diceva, a violenza brutale. Il cadavere, quando fu ritrovato, era in condizione di essere riconosciuto dagli amici.

Il vestito era stato strappato e in più parti in disordine. Dall’orlo alla cintura della veste una striscia larga una trentina di centimetri era stata strappata, ma non staccata completamente. Era stata girata tre volte attorno alla vita e fissata in una specie di nodo dietro la schiena. Dal sottabito di leggera mussola era stata strappata con molta accuratezza e regolarità un’altra fascia larga circa mezzo metro. Fu trovata attorno al collo, avvolta mollemente, fermata con un nodo molto stretto. Alla striscia di mussola e al laccio erano attaccati i nastri del cappello; il cappello era rimasto lì appeso. Il nodo che legava i nastri del cappello non era un nodo da signora, ma piuttosto un nodo scorsoio o da marinaio.

Dopo il riconoscimento, il cadavere non era stato portato, come di regola, alla Morgue (questa formalità parve superflua) ma su sotterrato in fretta, non lontano dal punto in cui era stato tratto a riva. Grazie alla solerzia di Tosoni, la storia fu messa premurosamente a tacere, il più rapidamente possibile, e trascorsero parecchi giorni prima che ne risultasse una qualche emozione pubblica. Fu un settimanale a tornare sull’argomento; il corpo fu riesumato e l’inchiesta riaperta. Non emerse però niente di più di quanto già detto. Gli abiti furono identificati dalla madre e dagli amici per quelli che la ragazza indossava quando era uscita di casa.

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