Orietta Berta Callegari in Cappatosoni entra dalla porta di sinistra, s’accosta alla tavola accarezzando i petali delle rose e guardando Riccardo Cappatosoni.

RICCARDO CAPPATOSONI (osservandola)
Ebbene?

ORIETTA BERTA CALLEGARI IN CAPPATOSONI (assente)
Dice che gli piaccio.

RICCARDO (appoggia la gota sulla mano)
Gli hai mostrato il suo biglietto?

ORIETTA BERTA
Sì. Gli ho domandato che cosa significava. Poi mi ha detto che gli piacevo pazzamente. E che ero bella. E così via.

RICCARDO
E sin da quando ha detto che gli sei cominciata a piacere?

ORIETTA BERTA
Molto prima di quando ritornammo. Disse che somigliavo alla luna, in quest’abito color lavanda. (fissandolo). Hai parlato con lui di me?

RICCARDO
Di te? No.

ORIETTA BERTA
Era nervoso. Te ne sei accorto?

RICCARDO
Sì, me ne sono accorto. E che altro ti disse?

ORIETTA BERTA
Mi chiese se gli davo la mano.

RICCARDO (sorridendo)
In matrimonio?

ORIETTA BERTA (sorridendo)
No, soltanto da tenere.

RICCARDO
E gliela hai data?

ORIETTA BERTA
Sì. (strappando qualche petalo). Poi si mise ad accarezzarmi la mano e mi chiese se gliela lasciavo baciare. Gli risposi di sì.

RICCARDO
Ah!

ORIETTA BERTA
Poi mi domandò se poteva abbracciarmi almeno una volta.

RICCARDO
E poi?

ORIETTA BERTA
Mi ha stretta per la vita.

RICCARDO (dà un’occhiata verso la porta, poi la guarda ancora)
E dopo?

ORIETTA BERTA
Dopo mi disse che avevo dei begli occhi, e mi domandò di baciarli.

RICCARDO
E tu che hai risposto?

ORIETTA BERTA
Ho risposto: … “Fate pure”. E lui li ha baciati. Prima l’uno e poi l’altro. (d’improvviso si toglie da lui). Ma, tutto questo non t’inquieta? Io non vi fo caso davvero.

RICCARDO (tranquillo)
Lo so, cara, ma adesso, io, come te, voglio scoprire ciò che egli intende fare, quello che egli sente.

ORIETTA BERTA
Bada che sei tu quello che mi dice di proseguire.

RICCARDO (tranquillo)
Lo so, cara. E poi?

ORIETTA BERTA
E poi mi ha chiesto un bacio. Io dissi: prendètevelo.

RICCARDO
E poi?

ORIETTA BERTA (cincischiando i petali)
… E poi mi ha baciata.

RICCARDO
Sulla bocca?

ORIETTA BERTA
Una volta… no, due.

RICCARDO
Baci lunghi?

ORIETTA BERTA
Discretamente. (ripensa). Sì, specie l’ultimo.

RICCARDO
E ti ha domandato che tu lo baciassi?

ORIETTA BERTA
Sì.

RICCARDO
E tu?

ORIETTA BERTA (esita un poco, poi guardandolo fisso)
L’ho baciato.

RICCARDO
In che modo?

ORIETTA BERTA (alzando le spalle)
Oh, senza malizia.

RICCARDO
Eri eccitata?

ORIETTA BERTA (accigliandosi improvvisamente)
Non molto, ma ha belle labbra.

RICCARDO
E lui?

ORIETTA BERTA
Credo. Sospirava. Era molto nervoso.

RICCARDO (chiudendo la fronte fra le mani)
Capisco.

ORIETTA BERTA (appressandosi alla sua sedia e standogli ritta vicino)
Sei geloso?

RICCARDO
No.

ORIETTA BERTA (tranquillamente)
Sei geloso!

RICCARDO
Ti dico di no. Geloso di che?

ORIETTA BERTA
Che m’ha baciata.

RICCARDO (guardando lei)
È tutto qui?

ORIETTA BERTA
Tutto qui? Ah, no. Poi mi domandò se volevo trovarmi con lui.

RICCARDO
Dove? In qualche luogo all’aperto?

ORIETTA BERTA
No, a casa sua.

RICCARDO (sorpreso)
Nella casa di sua madre?

ORIETTA BERTA
No, in una casa che lui dice di avere. Mi ha dato l’indirizzo. (va alla scrivania, prende la chiave da un vaso, apre un cassetto e torna a lui con un foglietto e glielo dà).

RICCARDO (legge)
Il nostro cottage.

ORIETTA BERTA
Il vostro?

RICCARDO
No, adesso è suo. (guardando lei). Sai, il cottage di cui ti ho parlato tante volte, e del quale avevamo una chiave per ciascuno, lui ed io, e dov’eravamo soliti quel tempo passare le notti da scapoli, chiacchierando, bevendo, fantasticando insieme. Notti studentesche. (getta il foglietto in un canto, poi si leva d’un tratto). E qualche volta io solo (la fissa), ma non intieramente solo. Te n’ho pur parlato. Ti ricordi?

ORIETTA BERTA
Ah, quel luogo là?

RICCARDO (si mette a passeggiare, ma dopo un istante si ferma pensoso)
Sì.

ORIETTA BERTA (prendendo il foglietto)
E dove si trova?

RICCARDO
Non sai?

ORIETTA BERTA
Mi ha detto nei paraggi di Landsdown Road. È un luogo malfamato?

RICCARDO
Oh, no. (ritorna al suo seggiolone e si siede). E tu che gli hai risposto?

ORIETTA BERTA
Nulla. Ha detto che mi avrebbe aspettato là.

RICCARDO
Stasera?

ORIETTA BERTA
Ogni sera, fra le otto e le nove.

RICCARDO
L’ora in cui ho da recarmi dal vicecancelliere per il convegno combinato da lui. Dalle otto alle nove. Curioso, non è vero? La stessa ora.

ORIETTA BERTA
Curioso sì.

RICCARDO
Ti ha detto se avevo qualche sospetto?

ORIETTA BERTA
No.

RICCARDO
Ti ha fatto mai il mio nome?

ORIETTA BERTA
No.

RICCARDO
Nemmeno una volta?

ORIETTA BERTA
No.

RICCARDO
Oh, adesso è chiaro! Un mentitore, un ladro e uo stolto! Chiaro. Ladro e dei peggiori! Il mio grande amico! E un patriota, anche!

ORIETTA BERTA
Che vuoi fare?

RICCARDO
Seguirlo, trovarlo, parlargli. Poche parole. Ladro e stolto.

ORIETTA BERTA (con dispetto)
Oh, demonio. Sì, l’opera del demonio per voltarlo contro di me, come tentasti voltare contro di me il mio bambino.

RICCARDO
Cosa?

ORIETTA BERTA (infuriata)
Ogni volta ch’io mi adopero a correggere Arcicrocicchio di qualche piccolo difetto, tu continui a parlargli come fosse un uomo maturo, guastandolo, povero ragazzo. Poi, naturale, io sono la madre snaturata, e tu, soltanto tu, sei capace di comprenderlo e d’amarlo. Ma non riuscirai a voltarlo contro di me, contro sua madre!

RICCARDO
Ma io non ho mai tentato una cosa simile, Orietta Berta. Tu sai ch’io sono incapace d’essere troppo severo col nostro bambino.

ORIETTA BERTA
Già, tu non hai mai amato nemmeno tua madre.

RICCARDO
Non dire cose che ti dorrebbe poi aver pronunciate.

ORIETTA BERTA
Tu tenti di sollevar tutti contro di me. Tu approfitti della mia ingenuità, come hai fatto la prima volta.

RICCCARDO
Hai coraggio di rinfacciarmelo?

ORIETTA BERTA (fronteggiando)
Sì, perché sono semplice ed ingenua e tu credi fare di me ciò che ti piace. Raggiungilo, dunque. Chiamalo. Umilialo davanti a te; fa che mi disprezzi, va.

RICCARDO (dominandosi)
Tu dimentichi ch’io t’ho lasciata sempre intera libertà; e te la lascio ancora.

ORIETTA BERTA (scherzando)
Libertà!

RICCARDO
Ma egli ha da sapere che io so. (supplicando). Non è gelosia.

ORIETTA BERTA (in un tono calmo e risoluto)
So perché mi hai lasciato quella che tu chiami intera libertà.

RICCARDO
Perché?

ORIETTA BERTA
Per prenderti tu l’intera libertà con quella ragazza!

RICCARDO (seccato)
Ma sai tutto: non t’ho mai nascosto nulla.

ORIETTA BERTA
Credevo in una amicizia. Ma, dacché tornammo qui, mi sono accorta di tutto. Tutte quelle cose che tu stai la notte a scrivere (accennando allo studio) là dentro, su di lei… E tu la chiami amicizia?

RICCARDO
Orietta Berta!

ORIETTA BERTA (con gesto impetuoso)
Lo sento, lo so. Che cosa altro è tra voi se non amore?

RICCARDO (calmo)
Tu ti sforzi di cacciarmi in testa questa tua idea, ma le idee, prego, io non le piglio da nessuno.

ORIETTA BERTA (con ardore)
È così. È così, ed ecco perché tu permetti a Roberto di continuare a farmi la corte. Naturale! Questo non ti offende. Tu ami lei.

RICCARDO
Amore! (allarga le braccia con un sospiro e si allontana da lei). Con te non si può ragionare.

ORIETTA BERTA
Non si può perché la ragione ce l’ho io. Potrei comprendere ch’egli facesse questo o altri uomini lo facessero, che infine sono tutti falsi e donnaioli, ma tu… scrivere a lei delle lunghe lettere, e lei a te. Per anni. Ma da che sono ritornata qui, ho compreso tutto, sai.

RICCARDO
Né tu, né lui.

ORIETTA BERTA (ridendo con aria di scherno)
Naturalmente. Né lui, né io comprendiamo queste cose, solamente lei; lei sì. S’intende. Una cosa così profonda!

RICCARDO (stizzito)
Né lui, né tu e nemmeno lei. Nessuno di voi.

ORIETTA BERTA (con grande amarezza)
Lei sì. Lei lo capirà, sciagurata. (si volge e va al tavolino mentre Riccardo trattiene un gesto di furore. Breve pausa).

RICCARDO (gravemente)
Orietta Berta! Bada!

ORIETTA BERTA (volgendosi irritata)
Non intendo dir male di lei. Sento di comprenderla più che tu non sappia. Ma ciò che ho detto è verità.

RICCARDO
Ma è generoso, via?

ORIETTA BERTA (accennando al giardino)
E lei sì che è generosa! Ricordati di quanto ti dico, Riccardo. (gli si avvicina, poi in tono pacato). Tu hai dato molto a quella donna, ed ella può esserne anche meritevole. E può anche comprenderlo, ma credo anche che da lei, in compenso, tu riceverai ben poco. Da lei o da qualunque altra della sua razza. Ella non è generosa e quelle della sua razza non lo sono. Ti pare ingiusto?

RICCARDO (cupo)
Affatto. (essa si china, raccoglie da terra la rosa e la rimette dentro al vaso. Egli la guarda. Brigida appare sulla porta di destra).

BRIGIDA BONINO
Signora, il tè è servito.

ORIETTA BERTA
Sta bene.

BRIGIDA
Il signorino Arcicrocicchio è in giardino?

ORIETTA BERTA
Sì, chiamalo. (Brigida attraversa la stanza ed esce per la porta del giardino. Orietta Berta va verso la porta di destra. Vicino al seggiolone si ferma e prende il foglietto)

BRIGIDA (dal giardino)
Signorino Arcicrocicchio. Vieni a prendere il tuo tè.

ORIETTA BERTA
Ho da andare al convegno?

RICCARDO
Vuoi andare?

ORIETTA BERTA
Desidero sapere quali sono le sue intenzioni. Devo andare?

RICCARDO
E perché me lo chiedi? Decidi tu.

ORIETTA BERTA
Mi consigli di andare?

RICCARDO
No.

ORIETTA BERTA
Mi proibisci di andare?

RICCARDO
No.

BRIGIDA (dal giardino)
Presto Arcicrocicchio! Il tè ti aspetta. (rientra, attraversa la stanza ed esce per la porta di destra. Orietta Berta ripone il foglietto nella sottoveste dell’abito, poi va lentamente verso destra. Vicino alla porta si volge)

ORIETTA BERTA
Se mi dici di non andare, non vado.

RICCARDO (senza guardarla)
Decidi tu.

ORIETTA BERTA
Se vado, non mi rimproveri?

RICCARDO (vibratamente)
No, no! Non ti rimprovererò. Sei libera.

ORIETTA BERTA
Ricordati che non t’ho ingannato. (esce. Riccardo rimane in piedi vicino alla tavola. Arcicrocicchio, quando la madre è uscita, accorre a lui)

ARCICROCICCHIO CAPPATOSONI
Ebbene, papà, glie l’hai chiesto?

RICCARDO (trasalendo)
Che?...

ARCICROCICCHIO
Posso andare, dunque?

RICCARDO
Sì.

ARCICROCICCHIO
Domattina? Ha detto di sì?

RICCARDO
Domattina. (cinge con un braccio le spalle del bambino e lo guarda appassionatamente in viso).

5 di 12. continua

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