ORIETTA BERTA CALLEGARI
IN CAPPATOSONI (seguendolo con lo
sguardo)
Ma io questo lo sapevo,
sai, lo sapevo prima di venir qui. Non sono affatto adirata con te, per questo.
(guardando il suo orologio). Ma ora
bisogna che me ne vada. Son quasi le nove.
ROBERTO
GRANZOTTO-BORDIN (impetuosamente)
No, no. Non ancora. Ho
dell’altro da dirti. (passa davanti alla
tavola rapidamente, poi siede accanto a lei)
ORIETTA BERTA (volgendosi verso di lui, pone la mano
sinistra sulla sua spalla)
Sì, lo so che mi vuoi
bene, non occorre che tu mi dica… Guarda la lampada. (senza levarsi egli si china alla tavola ed abbassa ancora un poco il
lucignolo. La stanza rimane semibuia. Dalla porta della camera da letto, la
luce penetra più forte)
ROBERTO
S’è levato vento.
Bisogna chiudere la porta. È troppo fredda quest’aria per te?
ORIETTA BERTA (trattenendolo)
No, non ho freddo. E
poi adesso è ora che me ne vada. Debbo andare.
ROBERTO (risolutamente)
No, no. Niente debbo.
Noi siamo stati lasciati qui soli per questo. Il passato è presente adesso. Il
mio sentimento per te è lo stesso di allora. Ma allora tu lo sprezzavi.
ORIETTA BERTA
No, Roberto.
ROBERTO (continuando)
Sì. Ed io lo sentii anche
allora. Mentre vivevo quella triste vita che tu sai ed a cui tu mi condannasti.
ORIETTA BERTA
Io?
ROBERTO
Sì, quando tu
sprezzasti il semplice e povero dono ch’io t’offrivo ed accettasti il suo
invece.
ORIETTA BERTA (guardandolo)
Ma tu non mi avevi mai
detto…
ROBERTO
No. Perché tu avevi
scelto lui. Ed io me ne accorsi subito quella prima sera, che noi tre ci
trovammo insieme. Perché hai scelto lui?
ORIETTA BERTA (chinando il capo)
Non è stato per amore.
ROBERTO
E quando ve ne andaste
via, pel vostro viaggio, perché fu in quell’istante ch’io mi resi colpevole del
mio primo tradimento verso di lui.
ORIETTA BERTA
Ma che dici, Roberto?
ROBERTO (china il capo)
Egli parlava di te, di
sé, e come le vostre esistenze sarebbero state unite, libere, sì, libere! Non
ti chiese nemmeno se volevi partire con lui. (amaramente). Eppure tu partisti lo stesso.
ORIETTA BERTA
Dovevo stare con lui.
Tu sai… (leva il capo e lo fissa).
Sai in quali rapporti eravamo noi due allora, allora, Riccardo ed io.
ROBERTO (disattento)
Io lo consigliai di
andarsene solo, di non prenderti con sé, di viver solo, per vedere se quello
che provava per te fosse soltanto un sentimento passeggero capace poi di
rovinare la tua felicità e la sua carriera.
ORIETTA BERTA
Ah, questo fu poco gentile
verso di me. Ma ti perdono perché tu pensavi alla mia e alla sua felicità.
ROBERTO (inchinandosi verso di lei)
No. Non ci pensavo. E
quello fu il mio tradimento. Io allora pensavo solo a me stesso, pensavo che
forse tu ti saresti allontanata da lui quando egli se ne fosse andato lontano
da te. E allora ti avrei offerto il mio dono. Il povero e semplice dono che gli
uomini sogliono offrire a una donna.
ORIETTA BERTA (volgendosi via da lui)
Ed egli non accettò il
tuo consiglio.
ROBERTO
No. E quanto sono stato
infelice la notte che fuggiste insieme! (sorride
amaramente). Quando vidi in distanza il piroscafo che scendeva giù per il
nero fiume, che ti strappava da me! (in
tono più calmo). Perché hai scelto lui? Non mi volevi bene allora?
ORIETTA BERTA
Sì. Ti volevo bene
perché eri mio amico. Ti voglio bene ancora, Roberto. (guardandolo dentro gli occhi). Non ti ho mai dimenticato.
ROBERTO
Nemmeno io, mai. Lo
sapevo che ti dovevo rivedere. Lo compresi la notte stessa che tu partisti. E
per questo ti scrissi e mi adoperai in ogni modo per rivederti ancora, qui.
ORIETTA BERTA
Ed eccomi qui.
ROBERTO (lentamente)
Nove anni! I nove anni
più belli!
ORIETTA BERTA (sorridendo)
Ma sono ancora io? Che
vedi tu in me?
ROBERTO (contemplandola)
Una strana e deliziosa
creatura. (abbassando la voce e
chinandosi sempre più su di lei). Ma non lo sai che sei una splendida
creatura umana? Ma non lo sai che hai uno splendido corpo? Splendido e giovine?
ORIETTA BERTA (gravemente)
Un giorno sarò vecchia.
ROBERTO (scuote il capo)
Ma stasera sei giovine
e bella. E stasera sei ritornata a me. (con passione). Può darsi che io non ti
riveda più, e ch’io non ti veda più come ti vedo adesso.
ORIETTA BERTA
Soffriresti?
ROBERTO (guarda intorno per la stanza senza
rispondere)
Questa stanza,
quest’ora, son fatti pel nostro convegno. Quando te ne sarai andata, tutto sarà
fuggito.
ORIETTA BERTA (ansiosa)
Ma potrai rivedermi,
Roberto… come prima.
ROBERTO (la guarda intensamente)
Per far soffrire lui…
Riccardo?
ORIETTA BERTA
Non soffre.
ROBERTO (chinando il capo)
Sì, soffre.
ORIETTA BERTA
Sa che noi ci vogliamo
bene. è forse un delitto?
ROBERTO (levando il capo)
No. E perché non
dovremmo volerci bene? non sa ancora quele è il mio sentimento verso di te. Ci
ha lasciati qui soli, di notte, appunto perché desidera avidamente di conoscere
questo sentimento, perché vuole ritornare libero.
ORIETTA BERTA
Libero da che?
ROBERTO (le si fa più accosto e le stringe il
braccio mentre parla)
Da ogni legge, Orietta
Berta. Da ogni legame. È tutta la vita ch’egli s’adopra per diventare un uomo
libero. E ha infranto tutte le catene, tranne una, e quell’una siamo io e te,
Orietta Berta.
ORIETTA BERTA (assai sommessamente)
Ne sei sicuro?
ROBERTO (ancora più appassionato)
Io sono sicuro che
nessuna legge creata dall’uomo è sacra di fronte all’impulso della passione. (quasi con impeto). Chi ci fece per un
essere solo? È un delitto contro noi medesimi amare un essere solo. Non v’è
legge di fronte all’impulso. O, Orietta Berta, il mio nome. Fammi sentire a
pronunciarlo; così dolcemente.
ORIETTA BERTA (piano)
Roberto!
ROBERTO (le cinge le spalle con le braccia)
Soltanto il nostro
anelito verso la gioventù e la bellezza non deve morire. (additando l’atrio). Ascolta!
ORIETTA BERTA (impaurita)
Che?
ROBERTO
La pioggia cade. La
pioggia estiva sulla terra. Pioggia notturna. Oscurità, ardore, diluvio della
passione. Stanotte la terra è adorata, adorata e posseduta. Le braccia
dell’amante la cingono tutta: ed essa sta silenziosa. Ascolta, amore!
ORIETTA BERTA (si piega subitamente in avanti e tende
l’orecchio)
Zitto!
ROBERTO (ascoltando con un sorriso)
Nulla. Nessuno. Siamo
soli. (una raffica di vento invade
attraverso l’atrio, con un fruscio di foglie agitate. La fiammella della
lampada vacilla)
ORIETTA BERTA (additando la lampada)
Guarda!
ROBERTO
È il vento. Ci viene
luce bastante dall’altra camera. (stende
le mani attraverso la tavola e spegne la lampada. La luce della camera da letto
attraversa il luogo dove essi siedono. La stanza rimane intieramente al buio).
Sei felice?
ORIETTA BERTA
Me ne debbo andare. È
tardi.
ROBERTO (accarezzandole i capelli)
Non ancora, non ancora.
Mi ami un poco?
ORIETTA BERTA
Ti voglio bene. Sei
tanto buono. (facendo atto di levarsi).
Sei contento?
ROBERTO (trattenendola, le bacia le mani)
Non andartene. C’è
tempo. Dimmi, ami un po’ anche me adesso? Ho aspettato tant’anni! Dimmi, dimmi
la verità. Dimmelo coi tuoi occhi. Parla, parla, Orietta Berta! (ella non risponde. S’ode la pioggia cadere
in silenzio).
9 di 12. continua
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