RICCARDO CAPPATOSONI (gaiamente)
Benvenuta, nella vecchia Irlanda!
ORIETTA BERTA CALLEGARI IN CAPPATOSONI (seria e
nervosa)
È questo il luogo?
RICCARDO
Sì, come lo trovi?
ORIETTA BERTA (guardandosi attorno con
curiosità)
Non è qui ad aspettarmi? Se n’è andato?
RICCARDO (addita il giardino)
Ti aspetta là fuori. Era qui quando sono venuto.
ORIETTA BERTA (dominandosi)
Lo vedi? Sei venuto. Lo sapevo, che non saresti
stato capace di startene lontano. Malgrado tutto, sei come gli altri. Sei
geloso.
RICCARDO
Sembri un po’ irritata di trovarmi qui.
ORIETTA BERTA
Che è accaduto fra di voi?
RICCARDO
Gli ho detto che sapevo ogni cosa e che lo sapevo
da tempo. Egli mi chiese come. Risposi di te.
ORIETTA BERTA
Mi odia?
RICCARDO
Non posso leggere nel suo cuore.
ORIETTA BERTA (si abbandona su una sedia)
Sì, mi odia. Crede mi faccia gioco di lui, che lo
abbia ingannato. So che lo pensa.
RICCARDO
Gli ho detto che tu sei stata sincera con lui.
ORIETTA BERTA
Non lo crederà. Nessuno lo crederebbe. Toccava a
me dirglielo, per prima. Non a te.
RICCARDO
Lo credevo un ladro comune pronto ad usare anche
la violenza contro di te. Ti dovevo pur difendere.
ORIETTA BERTA
Mi sarei difesa da me.
RICCARDO
Ne sei sicura?
ORIETTA BERTA
Sarebbe stato sufficiente gli avessi detto che tu
sapevi che ero qui. E così non potrò scoprire più nulla. Mi odia e ne ha il
diritto. L’ho trattato vergognosamente.
RICCARDO (prende le sue mani)
Orietta Berta, guardami in viso
ORIETTA BERTA (volgendosi a lui)
Ebbene?
RICCARDO (fissandola dentro negli occhi)
Non so leggere nel tuo e nemmeno nel suo cuore.
ORIETTA BERTA (fissandolo ancora)
Non ti fidi di me? Lo vedi, sono calma. Se avessi
voluto ti avrei nascosto tutto.
RICCARDO
Dubito.
ORIETTA BERTA
Oh, assai facilmente, l’avessi voluto.
RICCARDO (cupamente)
Ed ora ti duole di non averlo fatto?
ORIETTA BERTA
Forse sì.
RICCARDO (sgarbatamente)
Sciocca a dirmi tutto! Sarebbe stato così bello se
tu mi avessi tenuto il segreto.
ORIETTA BERTA
Come fai tu, no?
RICCARDO
Come fo’ io, sì. (si volge per uscire).
Addio, allora.
ORIETTA BERTA (si alza, impaurita)
Te ne vai?
RICCARDO
Naturalmente. La mia parte qui è finita.
ORIETTA BERTA
Andrai da lei, immagino.
RICCARDO (stupito)
Lei chi?
ORIETTA BERTA
Damigella. Immagino che avrai combinato tutto in
modo da non lasciarti sfuggire la buona occasione. Incontrarvi, intrecciare fra
voi una conversazione intellettuale. Bene. puoi andare. Adesso so che mi resta
a fare.
RICCARDO (ritorna da lei, le si avvicina)
Tu non credi una parola di quanto dici.
ORIETTA BERTA (calma)
E perché no?
RICCARDO
Allora se sei venuta qui e gli hai concesso di
farsi avanti in questo modo è per cagion mia, non è vero?
ORIETTA BERTA
C’è una sola persona in tutta questa faccenda che
non sia insensata. E sei tu. Io lo sono, e lui anche.
RICCARDO (continuando)
Se è così, tu l’hai trattato in modo veramente
svergognato.
ORIETTA BERTA
Sì. Ma è colpa tua. E adesso basta. Io sono
semplicemente un balocco nelle tue mani. Tu non hai per me alcun rispetto. Né
l’hai avuto mai dacché feci quello che feci.
RICCARDO
E lui, ha rispetto per te?
ORIETTA BERTA
Credo. Di tutte le persone che incontrai da che
son tornata quaggiù è il solo che ne abbia avuto. Mentre gli altri sospettano
soltanto. Ed è perciò che gli volli bene, subito, e gliene vorrò ancora. Mi ha
in grandissimo rispetto. Tu, per esempio, perché non hai chiesto a lei di venir
via con te nove anni or sono?
RICCARDO
Lo sai perché. Chiedilo a te stessa.
ORIETTA BERTA
Sì, lo so. Tu immaginavi la risposta che ne
avresti ricevuta. Questo il perché.
RICCARDO
Non questo. Io a te non lo domandai nemmeno.
ORIETTA BERTA
Già. Ma tu sapevi che, richiesta o no, sarei
partita lo stesso.
RICCARDO (con crescente eccitamento)
Orietta Berta, io accetto quel che ha da accadere.
Mi sono fidato di te pel passato, mi fiderò ancora.
ORIETTA BERTA
Per potere poi valertene contro di me, come di
un’accusa. Perché dunque non mi difendi contro di lui? Perché te ne vai adesso
senza dirmi una parola? In nome di Dio, che desideri ch’io faccia?
RICCARDO
Non ho nulla da dirti. Te lo dirà il tuo cuore. Io
provo una gioia selvaggia a guardarti. Ti vedo proprio qual sei. Che io sia
apparso pel primo nella tua vita e avanti di lui, che fa? Tu puoi esser sua più
che mia.
ORIETTA BERTA
No, non lo sono. Soltanto ho simpatia per lui.
RICCARDO
Ma io avrò fiducia in te e anche in lui. Non posso
odiarlo dal momento che le sue braccia hanno cinto il tuo corpo. Vedi, tu ci
hai ravvicinati. Nel tuo cuore c’è qualcosa di ancor più saggio della saggezza
medesima. Che sono io, per proclamarmi signore del tuo cuore o del cuore di
qualsiasi altra donna? Amalo! Sii sua; concediti a lui, se lo desideri e se lo
puoi.
ORIETTA BERTA (come trasognata)
Ebbene, resterò.
RICCARDO
Arrivederci. (abbandona le sue mani ed esce
rapidamente da sinistra. Orietta Berta rimane seduta. Poi si alza e va timidamente
verso l’atrio. S’indugia presso di quello e dopo qualche esitazione, guarda giù
in giardino. Roberto appare sull’entrata della porta che conduce in giardino.
Il soprabito abbottonato, il bavero del soprabito rialzato. Sta appoggiando per
un istante allo stipite attendendo che Orietta Berta lo scorga. Orietta Berta,
scorgendolo, d’un tratto indietreggia. Poi rapidamente...)
ORIETTA BERTA
Roberto!
ROBERTO
Sei sola?
ORIETTA BERTA
Sì.
ROBERTO (guardando verso la porta di destra)
E lui dov’è?
ORIETTA BERTA
Partito. (nervosamente). Mi hai fatto
paura. Da dove vieni?
ROBERTO (con un moto del capo)
Da laggiù. Non te l’ha detto che ero laggiù a
d
aspettarti?
ORIETTA BERTA
Sì, me l'ha detto. Ma ero tutta impaurita qui,
sola, con questa porta aperta. (va alla tavola e pone le mani congiunte su
un canto di quella). Perché ti indugiavi là?
ROBERTO
Perché, anch'io ho paura.
ORIETTA BERTA
Di che?
ROBERTO
Di te.
ORIETTA BERTA
Mi odi adesso?
ROBERTO
No, ti temo, temo qualche nuova tortura, qualche
nuova insidia.
ORIETTA BERTA
Perché mi rimproveri?
ROBERTO (si avanza di qualche passo, si ferma,
poi concitatamente)
Perché mi hai trascinato così avanti? Un giorno
dopo l'altro, sempre più, sempre più. Perché non mi hai fermato? E l'avresti
potuto. Bastava una parola. Ma nemmeno una parola! Io dimenticai me stesso,
lui. Tu lo vedevi. Tu vedevi ch'io mi stavo perdendo ai tuoi occhi e perdendo
la nostra buona amicizia. E' questo che tu volevi, forse?
ORIETTA BERTA
Non mi hai domandato niente.
ROBERTO
Che cosa?
ORIETTA BERTA
Se egli aveva dei sospetti, se sapeva
ROBERTO
Me l'avresti confessato?
ORIETTA BERTA
Sì.
ROBERTO (esitando)
E a lui hai confessato... ogni cosa?
ORIETTA BERTA
Sì.
ROBERTO
I particolari?
ORIETTA BERTA
Sì, tutto.
ROBERTO (con un sorriso forzato)
Tu volevi sperimentarmi
per amor suo. Pare ch’io sia un ottimo soggetto. Però è stata cosa crudele da
parte tua. Chissà come avrete riso di me, insieme. Adesso io debbo essere
savio, altrimenti riderete di me anche stanotte.
ORIETTA BERTA (pone una mano sul suo braccio,
accoratamente)
Roberto… Dio, come
siete tutto inzuppato! (passa la mano
sopra la sua giubba). Là fuori, alla pioggia, tutto questo tempo. Devi
mutarti d’abito
ROBERTO (prende le sue mani)
Dimmi, è soltanto pietà
che provi per me, compazzione, come dice lui, Riccardo?
ORIETTA BERTA
Mutati d’abito, perché
c’è caso che tu prenda un terribile raffreddore. Dove tieni i tuoi vestiti?
ROBERTO
Là dentro, nella mia
stanza da letto.
ORIETTA BERTA
Bene, va a mutarti.
ROBERTO
E tu?
ORIETTA BERTA
Ti aspetto qui.
ROBERTO
Me lo ordini?
ORIETTA BERTA (ridendo)
Sì, te lo ordino.
ROBERTO (subito)
Allora ubbidisco. Non
te ne vai, eh? (va rapidamente verso la
camera da letto)
ORIETTA BERTA
No, ti aspetto, fa presto.
ROBERTO (entra nella camera da letto, lasciando la
porta aperta)
Te ne sei andata?
ORIETTA BERTA (si guarda attorno con curiosità, poi dà
un’occhiata indecisa verso la porta di fondo)
No.
ROBERTO
Io sono qui al buio.
Cerco la lampada. (una luce rossa trapela
dalla porta. Orietta Berta dà un’occhiata al suo orologio da polso, poi siede
presso la tavola). Ti piace questo effetto di luce?
ORIETTA BERTA
Oh, sì.
ROBERTO
Lo puoi ammirare di lì?
ORIETTA BERTA
Benissimo.
ROBERTO
Era destinato a te,
sai?
ORIETTA BERTA (confusa)
Non son degna nemmeno
di questo, io.
ROBERTO (chiaramente ma in modo desolato)
“Pene d’amor perduto”
ORIETTA BERTA (levandosi nervosa)
Roberto!
ROBERTO
Che c’è?
ORIETTA BERTA
Vien qua, presto!
Presto!
ROBERTO
Eccomi. (compare sull’entrata indossando un giacca
di velluto verde scuro. Scorgendo l’agitazione di lei le si appressa
rapidamente). Che hai, Orietta Berta?
ORIETTA BERTA (tremando)
Paura.
ROBERTO
A star sola?
ORIETTA BERTA (afferra le sue mani)
I miei nervi sono tutti
sossopra.
ROBERTO
E perché? … Mia povera
Orietta Berta, siedi, siedi qui. (la
conduce ad una sedia presso la tavola. Ella siede, egli le sta ritto vicino).
Passato?
ORIETTA BERTA
Sì. Cosa di un istante.
Sono molto stupida. Avevo paura che… Ma adesso sei qui. Posso vederti. Passato.
ROBERTO (con aria rassegnata)
Passato.
ORIETTA BERTA (guardando lui)
Ascoltami. Bisogna
ch’io ti spieghi. Io non posso ingannare Riccardo. Mai. In nulla. Gli ho
raccontato ogni cosa fin da principio. Poi la cosa, tu sai, andò innanzi: e
ancora tu non m’avevi parlato né richiesto di nulla. Occorreva che tu parlassi
pel primo.
ROBERTO
È la verità?
ORIETTA BERTA
Sì. Mi urtava che tu
avessi a pensare di me come… di una di quelle altre donne che tu probabilmente
hai conosciuto, nello stesso modo. Penso anche Riccardo sia nel suo diritto di
sapere. A che pro tenere dei segreti?
ROBERTO (teneramente)
Eppure avere dei
segreti è così dolce cosa.
ORIETTA BERTA (sorride)
Lo so, ma vedi, io non
posso tenere segreto nulla a Riccardo. E poi? Non è meglio per tutti che le
cose siano in chiaro?
ROBERTO (teneramente e un po’ timido)
Gli hai raccontato
tutto? Anche le minime cose?
ORIETTA BERTA
Sì, tutto quello che
m’ha domandato.
ROBERTO
E ti ha domandato
molto?
ORIETTA BERTA
Tu sai com’è Riccardo.
T’interroga su tutto, vuol sapere tutto.
ROBERTO
E anche dei nostri
baci?
ORIETTA BERTA
Naturalmente.
ROBERTO (scuote lentamente il capo)
Straordinaria piccola
creatura! Ma non avevi vergogna?
ORIETTA BERTA
No. (Roberto si volge da un lato e dà
un’occhiata attraverso l’atrio passandosi ripetutamente la mano tra i capelli).
Sei in collera?
ROBERTO (contrariato)
E tu?
ORIETTA BERTA
No. Perché dovrei
esserlo?
ROBERTO
Perché ti ho domandato
di venire qui in questo luogo. (fa un
gesto vago intorno). Guarda che senso di pace qui.
ORIETTA BERTA (toccando la sua giacca)
Ed anche questa avevi
preparato? Guarda che bella giacca di velluto. Mi sembri un personaggio di un
quadro. Ma mi piaci così…
ROBERTO (tristemente)
Sì, è vero. Fu un
errore da parte mia chiederti di venire qui. Lo capii subito quando dal
giardino ti vidi qua dentro in piedi. (senza
speranza)
ORIETTA BERTA (tranquillamente)
Perché? Perché altre
sono state qui?
ROBERTO
Sì. (si discosta da lei qualche passo. Un colpo
di vento fa vacillare la fiamma della lampada. Egli abbassa un poco il
lucignolo).
8 di 12. continua
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