14 – Senza gamba

Era una casettina piccola singola, inserita in un borgo di questo piccolo paese della bassa bergamasca, uno di quei piccoli borghetti anni ‘60, senza né il sapore antico né la comodità o bellezza architettonica moderna. La classica casettina fatta da sé, una di quelle progettate e costruite dai vecchi muratori, diffidenti verso geometri o architetti, un cubetto di cemento.
Si presenta una signora di mezz’età con il classico grembiule da casalinga di paese, pallidina e con la voce fioca, quella voce di coloro che pare facciano fatica a superare il peso di ogni giornata. Per intenderci una di quelle persone che quando ti danno la mano non la stringono e trasmettono quel fastidioso effetto da salma. Ovviamente anche la loquacità di questi personaggi è risicatissima, ma dopo una faticosa intervista scopro che tutto sommato la signora non sarebbe dispiaciuta dal vedere questo famoso elettrodomestico, che probabilmente desidera da tempo. 
Come da prassi chiedo un appuntamento per dimostrare in presenza del marito, ma la signora si irrigidisce, spiegandomi che il marito è intrattabile e di carattere difficilissimo, da quando per malattia gli è stata amputata una gamba. Mi tornò alla mente la vicenda di un altro marito che al seguito di un morso di cane ed una conseguente terapia antirabbica era diventato intrattabile. Risi quando la moglie mi raccontò questa vicenda, ma vi assicuro che quando ebbi l’occasione di avvicinarmi, poiché lo sentii e intravidi solo attraverso una porta a vetri della cucina, ringhiava come un lupo mannaro, una paura vera. Sul momento abbandonai subito la missione, pensando che del resto i soldi non sono tutto nella vita.
Ad ogni modo, sprezzante del pericolo, mi ripresentai al pomeriggio con le mie valige, caricatoo da questa sfida di dover convincere il marito ostico. Entrando mi avvolse il calore umido tipico delle case degli anziani, forse dovuto a tutti i minestroni che cucinano, e un particolare odore. Ogni casa ha un suo odore unico e riconoscibile. È strano, mi sono sempre chiesto cosa determina un’impronta così personale in un’abitazione.
Seduto a capotavola, dominava il soggiorno di fronte al televisore acceso, e questo già di per sé può spiegare l’umore di uno costretto tutto il giorno di fronte a questo elettrodomestico. Ho vissuto anni con uno zio costretto a vivere con una sola gamba e quindi un pochino di pratica l’avevo nel “settore”. Mi salutò con l’entusiasmo minimo consentito per non essere considerati villani, ma nonostante il mio sorriso non ebbe nessuna reazione di simpatia o cordialità.
Feci la mia dimostrazione, seguita di sguincio dal marito e anche con molto interesse, velato però da rassegnazione e dalla convinzione che non l’avrebbe mai acquistato, e poi passammo alla contrattazione. Sapevo non sarebbe stato facile, mi sedetti al suo fianco cercando di coinvolgerlo il più possibile, anche se non distolse lo sguardo dalla tv. Il signore si impuntò dicendo che non l’avrebbe comprato, ma senza darmi alcuna motivazione, che per un venditore è l’atteggiamento peggiore. Le cause, scuse o motivazioni si possono argomentare e smontare, ma “Perchè no!” è disarmante. 
Abbandonai la trattativa e mi misi a dialogare di altro, scoprendo un uomo veramente ferito e triste, ma nel contempo anche sadico, sembrava volesse trascinare anche la consorte nella sua sofferenza, mai questa definizione fu più appropriata. La signora sembrava veramente avere seguito il marito nella sua triste sorte di totale rassegnazione, era quasi altrettanto intrattabile. Di fronte a queste persone ti chiedi quanto la sofferenza abbia loro cambiato l’umore ed il carattere. Addirittura mentre li ascoltavo guardavo la gondola in plastica sopra la credenza e mi sembrava impossibile che una coppia così un giorno fosse stata in gita a Venezia da innamorati, chissà com’erano da giovani quei due.

Sono note le imprese sportive di Zanardi, ex pilota formula uno al quale un incidente che gli è costato le gambe ha reagito con grande determinazione e si è ricostruito una nuova esistenza e nuovi interessi con grande entusiasmo. Mi chiedo quanto incida il fatto che il pilota fosse miliardario. Sono convintissimo che il denaro non faccia la felicità, ma certamente in un’invalidità così importante, sapere di poter comunque mantenere un ottimo tenore di vita per te e per la tua famiglia non è un fatto marginale. Ovviamente Zanardi è considerato un eroe, in tv tra veline, nani e ballerine, non potrebbe essere diverso. Ma purtroppo, o per fortuna, non vediamo le migliaia di persone che soffrono di mallattie più o meno invalidanti e che oltre al dolore fisico devono subire anche quello morale e psicologico insieme ai problemi economici e quant’altro. Eroi sconosciuti!

Ad ogni modo rimasi a chiacchierare un bel po’ e alla fine il signore si era anche pure ammorbidito, ma io non ebbi più il coraggio di ributtarmi nella trattativa per il Folletto: gli promisi che sarei ripassato a trovarlo per fare ancora una chiacchierata insieme. Non lo feci più, pensai però alla mia vecchia zia che tanto affetto e cure mi aveva regalato e che anche lei sola in un appartamentino di provincia. Quel giorno andai a trovarla e mi ripromisi di andarci più spesso, anche se poi anche in quel caso è stato un proponimento in parte disatteso. Le nostre giornate sono piene di cose che crediamo importanti e che spesso ci fanno dimenticare quelle che lo sono veramente.


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