MA L’ITALIA NON VUOLE I BULGARI NELLA UE?!?

[da ITALIANI IN BULGARIA numero 26 del 29 settembre 1998]

L’ambasciata d’Italia a Sofia ha risposto con inconsueta solerzia alle solite noiosissime reciproche accuse di import-export di carne avariata tra l’Italia e i balcani riportate dalla meschina stampa bulgara, ma inspiegabilmente non ha fatto valere alcuna smentita su un caso ben più grave che minaccia il quieto vivere degli italiani in Bulgaria.

E’ QUANTO RISULTEREBBE da un’indagine demoscopia tra cittadini di tutti i paesi dell’Unione europea, pubblicata da un giornale spagnolo e ripresa da un influente quotidiano nazionale bulgaro. Il dato più sconfortante dal nostro punto di vista è che questo paese balcanico dove viviamo e lavoriamo sarebbe l’unico a non essere desiderato dai nostri connazionali, che “promuovono” tutti gli altri dieci candidati: Cipro, Estonia, Lettonia, Lituania, Romania, Slovacchia, Slovenia, addirittura con entusiasmo per Ungheria (48 favorevoli ogni 27 contrari), Polonia (rapporto di 47 a 28) e Repubblica ceca (45 contro 28).

DALLA STESSA INCHIESTA risulta che la maggioranza dei cittadini di Francia, Belgio e Lussemburgo rifiuterebbe in blocco tutti gli 11 candidati, e lo stesso dicasi per austriaci e tedeschi salvo per quanto riguarda l’Ungheria, l’unico paese che sarebbero disposti ad ammettere nell’espansione della UE verso est. La maggioranza di cittadini di tutti gli altri 9 paesi dell’Unione accetterebbe tutti indiscriminatamente, salvo i finlandesi contrari alla Romania e i britannici giustamente diffidenti degli standard di democrazia in Slovacchia.

SE DUNQUE PER IPOTESI fantapolitica fosse richiesta una maggioranza qualificata dei due terzi dei paesi già membri per ammetterne di nuovi, e i loro rappresentanti si esprimessero attenendosi al giudizio dei popoli, degli 11 applicanti ne risulterebbero esclusi solo tre: la Romania per “colpa” dei finlandesi, la Slovacchia a causa della perfida Albione, e la Bulgaria proprio e solo a causa del “voto” italiano.

MA POSSIBILE CHE SIA COSI’?!? Non è così: il quotidiano nazionale bulgaro che ha sbagliato il sondaggio non solo ha sbagliato il dato italiano (in modo poco professionale se non addirittura criminale se l’ha fatto apposta), ma ci ha pure ricamato sopra con un anonimo sociologo chiamato a masturbarsi il cervello con la solita storia della “pista bulgara” dell’attentato al papa per spiegare il presunto atteggiamento negativo (invece positivo, sia pure di misura) degli italiani verso la Bulgaria.
QUESTO MESE IN GITA A… VELIKO TURNOVO

[da ITALIANI IN BULGARIA numero 26 del 29 settembre 1998]

Le case di Veliko Turnovo sono appollaiate a precipizio sui baratri che dividono la città in diversi quartieri; il noto scrittore Ivan Vazov le paragonò a pecore spaventate, confinate sulle rocce da selvaggi rampicanti; l’architetto Le Corbusier andò in estasi per l’architettura “organica” della città; e perfino l’austero feldmaresciallo prussiano Helmut Von Molkte ammise di non avere mai visto una città di più romantica collocazione. Ma per i bulgari Turnovo ha un significato più profondo: quando l’Assemblea nazionale vi si riunì per scrivere la prima costituzione bulgara del 1879, consapevolmente fu scelta la capitale del secondo regno bulgaro (dal 1185 al 1396) rivendicando così alla “grande” (=Veliko) Turnovo la sua importanza nel risorgimento nazionale.

IL MODERNO CENTRO della città si adagia su un pendio che verso est vi conduce con una passeggiatina ad immergervi gradualmente nella città vecchia, dove nella piazza dei combattenti sarete accolti dal monumento al ribelle locale Bacho Kiro ed altri rivoluzionari del 1876 impiccati dagli ottomani con forche erette su quello che all’epoca era un deposito di rifiuti. Poco oltre la piazza e la casa museo del pedagogo Slaveykov (1827-95), noto soprattutto per la sua campagna per l’autonomia della chiesa ortodossa bulgara, e la cosiddetta casa della scimmiotta, che deve il suo soprannome a una statuetta che fa le smorfie e, come molte case di Veliko Turnovo, è precariamente seduta su un limitato fazzoletto di terra.

IL MUSEO ETNOGRAFICO situato in ul. Rakovski 17 è tra i più interessanti della città, cominciando dal pianterreno con la grande sala del caravanserraglio, decorata di spaziose arcate ondulate, a testimoniare l’improvviso aumento nell’afflusso commerciale della città conseguentemente alla guerra di Crimea, quando gli ottomani furono costretti ad accettare le merci occidentali. Al primo piano, le fibbie tempestate di pietre preziose si distinguono da pur pregevoli sculture in legno, peltri e argenteria, mentre al secondo piano si trovano pizzi, lane, cornamuse, costumi folk e arte ecclesiastica, per finire all’ultimo piano con esibizioni della storia dell’istruzione in Bulgaria.

L’ALTRO IMPORTANTE MUSEO meritevole di una visita è quello del risorgimento nazionale e dell’assemblea costituente, situato in piazza dell’unità in uno spazioso edificio bianco e blu originalmente progettato nel 1872 da Nikola Fichev per il governatore ottomano Ali Bey (quello delle impiccagioni del 1876) e successivamente utilizzato per due mesi nel 1879 per ospitare il primo parlamento bulgaro chiamato a deliberare sulla costituzione post-liberazione, poi conosciuta come costituzione di Turnovo. Qui fu anche sancita nel 1885 l’unione della Bulgaria e della Rumelia orientale, e il palazzo, nel frattempo distrutto da un incendio, fu ricostruito esattamente com’era in tempo per ospitare la proclamazione del potere del proletariato il 9 settembre 1944. L’esibizione al pianterreno paga tributo alle generazioni di patrioti bulgari, raccontando la storia delle varie ribellioni contro gli ottomani, specialmente quelle che ebbero luogo qui nel 1598 e nel 1686. Al piano di sopra c’è la sala che ospitò l’assemblea provvisoria, mentre al piano di sotto sono raggruppate icone e oggetti di devozione (incluso un sudario ricamato con la deposizione di Cristo) insieme a pesi e bilance dei commercianti del XIX secolo. Un altro museo situato nell’isolato adiacente è quello dell’esposizione archeologica della Turnovo medievale, con quattro sale che espongono lapidi, ceramiche, sigilli, etc.

LA FORTEZZA DI TSARAVETS si raggiunge lungo una stradina rialzata di pietrecostruita dopo che il ponte levatoio originale collassò sull’harem del Bey. Da qui si può apprezzare il coraggio di Petar e Asen nel guidare una ribellione contro Bisanzio nel 1185 per il possesso di questa cittadella apparentemente imprendibile. Petar proclamò il secondo regno bulgaro e la sua incoronazione avvenne quando l’impero era già preoccupato dalla minaccia di magiari e seljuk, per cui una spedizione punitiva fu inviata solo nel 1190 ma fu completamente distrutta sul passo di Triavna. Ora restaurati, bastioni, chiese, patriarcato e ciò che resta del palazzo della fortezza danno un’idea della grandezza di Turnovo, descritta dai viaggiatori dell’epoca come seconda solo a Costantinopoli.

PORTE E TORRI. Artigiani e clerici che servivano il palazzo e il patriarcato recidevano nel quartiere di Asenova sotto la collina ed entravano a Tsaravets dalla porta di Asenova a metà strada dei bastioni occidentali. I mercanti stranieri invitati ad insediarsi qui dallo stesso tsar Asen II entravano dalla porta franca, o porta frenkhisar, all’estremità meridionale del massiccio. Il secondo regno bulgaro divenne rapidamente una potenza regionale e nel 1205 intervenne per aiutare Bisanzio a rovesciare il primo imperatore latino dell’est, Baldovino di Fiandra, che finì i suoi giorni imprigionato nel bastione che dà sopra la torre frenkhisar, che per questo fu conseguentemente conosciuta come torre di Baldovino.

LE ROVINE DEL PALAZZO sembrano insignificanti al confronto dei bastioni, ma i cronisti dell’epoca e i moderni scavi suggeriscono che il complesso regale fosse un tempo splendido e opulento. La stanza del trono, lunga 35 metri, era divisa da eleganti colonne in corridoi adornati da serpentine verdi, porfido egizio, marmo rosa e mosaici rappresentanti i sovrani di tre dinastie. La chiesa del redentore benedetto, o patriarcato, risalente all’inizio del XIII secolo, fu significativamente l’unico edificio cui fu consentito di innalzare più del palazzo. Nervata di mattoni rossi e inserti di ceramiche verdi e arancioni, la chiesa e Tsaravets in generale sono oggi una delle location favorite per girare film epici e storici.

LA ROCCIA DELL’ESECUZIONE (lobna skala), strapiombo all’estremità settentrionale della cittadella, è associata alla dinastia dei Terter che seguì il breve regno di Ivailo “il porcaro”. Ivailo fu proclamato tsar dopo una rivolta popolare anti-feudale e organizzò con successo la resistenza contro le orde di tatari invasori, ma non si guardò da un golpe dei nobili che lo gettarono dalla roccia. La dinastia dei Terter fu principalmente preoccupata della sua sopravvivenza e sospettosa che tutti colludessero coi tatari, compreso il patriarca Yoakim III che pure fu giustiziato. Fu solo col regno dell’ultimo dei Terter, Todor Svetoslav, all’inizio del XIV secolo, che ci furono progresso e sicurezza.

MA LA CULTURA BULGARA, fortemente influenzata da quella bizantina, rinacque durante la dinastia dei Shishman (1323-93) quando il governo illuminato di Ivan Aleksandar e suo figlio Ivan Shishman creò le condizioni nelle quali la Turnovo medievaleraggiunse l’apice del suo sviluppo. Fiorì il commercio con Genova e Venezia, gli ospizi e gli ospedali erano mantenuti dalle casse statali, studenti serbi, russi e valacchi vennero a frequentarne l’università, e Turnovo divenne uno dei maggiori centri balcanici di arte e letteratura. Tuttavia alla fine del XIV secolo il secondo regno si era frammentato in diversi staterelli semi-autonomi, che presi individualmente non potevano certo confrontarsi con l’espansionismo degli ottomani, il quali assediarono Turnovo per tre mesi prima di catturarla, saccheggiarla e bruciarla nel luglio 1393.

TANTE ALTRE COSE restano da visitare sia nella città, come il bazar ed altri quartieri con pregevoli case e chiese, che nei dintorni di Veliko Turnovo, come il pittoresco villaggio di Arbanasi e il monastero della trasfigurazione a nord, e a sud le cittadine di Triavna e di Drianovo col suo bel monastero, ma dovremo andarci un’altra volta perché la magica fortezza di Tsarevets ci ha portato via tutto lo spazio disponibile in queste pagine dedicate al turismo.

BULGARIA E ROMANIA FRATELLINI TERRIBILI NELLA PRIVATIZZAZIONE DELLE TELECOMUNICAZIONI

[da ITALIANI IN BULGARIA numero 26 del 29 settembre 1998]

Bulgaria e Romania hanno molto in comune quando si tratta di privatizzazione delle telecomunicazioni. In entrambi i casi della vendita dei gestori nazionali si è molto parlato ma fatto ben poco. In entrambi i casi la sostituzione dei governi conservatori di sinistra con governi riformisti di centro-destra a cavallo del 1996-97 ha riproposto seriamente la questione, ma in entrambi i casi le cose non si sono mosse così velocemente come ci si aspettava dai nuovi management, scrive Business Central Europe.

IN BULGARIA IL GOVERNO ci ha messo un anno per decidere la quota da offrire e presentare al parlamento l’attesa proposta di legge sulle telecomunicazioni. Ora si spera che le cose procedano in modo ragionevolmente spedito e che, ne caso bulgaro, la vendita si concretizzi entro la prossima primavera, anche per la pressione della Banca mondiale e la necessità di riguadagnare la fiducia internazionale.

COME IN ROMANIA IL PASSO CHIAVE è costituito dal coinvolgimento di un investitore strategico, e non mancheranno applicanti per aggiudicarsi il 51% della bulgara BTC: i più probabili sono la greca OTE, che potrebbe allearsi con l’americana SBC Communications come ha già fatto in Romania, e come ha fatto pure Telecom Italia in consorzio con l’olandese KPN, altrettanto probabili condidati per la Bulgaria.

MA LA QUESTIONE E’ IL PREZZO DI VENDITA. La Bulgarska Telekomunikatsionna Kompania è stata valutata a soli due miliardi di dollari, per cui la quota di maggioranza dovrebbe valere poco più della metà. E’ discutibile se i bulgari riusciranno a prendere anche questa modesta cifra, ma è consigliabile che nella situazione in cui si ritrovano si accontentino di quel che potranno portare a casa, anche considerando le pietose condizioni tecniche della rete telefonica.

VERO E’ INFATTI CHE IN BULGARIA la teledensità, 32%, è relativamente elevata rispetto all’insignificante 15% romeno, e che la digitalizzazione è a buon punto mentre la Romania copre solo un terzo del paese, ma da ogni investitore strategico ci si aspetterà che migliori ed estenda ulteriormente la rete, e dei ricavi di soli 80 dollari a linea rendono la BTC meno attraente.
EMENDAMENTI IN VISTA NELLA LEGGE SUGLI INVESTIMENTI STRANIERI

[da ITALIANI IN BULGARIA numero 26 del 29 settembre 1998]

Peggiorare una legge che già faceva abbastanza pena è l’ardua impresa alla quale, non avendo niente di meglio da fare, sta alacremente lavorando l’Agenzia per gli investimenti stranieri presieduta da Ilian Vasilev, lo stesso che al seminario sugli investimenti italiani organizzato dall’ICE mandò un suo vice.

GLI ATTUALI PRIVILEGI previsti dalla legge sugli investimenti stranieri (vedasi il numero 12 di ITALIANI IN BULGARIA) saranno rimossi per essere sostituiti con un generico credito fiscale agli investitori tanto bulgari quanto stranieri, se come è probabile prevarranno le proposte dell’Agenzia per gli investimenti stranieri, che preme in questa direzione poiché valuta che la pratica abbia dimostrato come le attuali facilitazioni agli investimenti non hanno funzionato in modo efficace, della quale scoperta dell’acqua calda non c’è da stupirci: l’avevano previsto tutti i potenziali investitori.

SE COME E’ PROBABILE la legge verrà in tal senso emendata dal parlamento, dal primo gennaio 1999 sarà eliminato l’incentivo fiscale che consente di pagare per i primi dieci anni seguenti all’investimento solo la metà delle tasse sui profitti, una facilitazione valida solo nel caso di investimenti di almeno 5 milioni di dollari o che creassero 100 nuovi posti di lavoro o fossero effettuati in aree con elevato tasso di disoccupazione.

L’AGENZIA PER GLI INVESTIMENTI stranieri propone come forma alternativa di incentivo una riduzione delle tasse sui profitti sul parametro delle spese sostenute per l’investimento, riduzione che alcuni propongono nella misura del 10% ed altri solo del 3%, mentre non è ancora chiaro neppure se per spese per l’investimento si intendano tutte le spese o solo i beni come edifici e macchinari. Prendiamo dunque l’investitore Pippo e facciamogli due conti in tasca in base ai due scenari estremi partendo dal presupposto che abbia investito 100.000 dollari di cui la metà in macchinari e l’altra metà in servizi di consulenza ed altre spese: nella migliore delle ipotesi godrà di uno sconto sulle tasse sui profitti di 10.000 dollari, nella peggiore di soli 1.500.

L’UNICA BUONA NOTIZIA E’ CHE SI proporrebbe vengano esentate da IVA , imposte e dazi doganali le apparecchiature e macchinari importati per l’investimento in società locali indipendentemente dal loro valore, mentre attualmente il minimo è fissato in 100.000 dollari. Ma sarà vero? E se sì, funzionerà?
IL RAPPORTO EIU SULLA BULGARIA: EXPORT SCARSO, BASSO AUMENTO DEL PIL E INFLAZIONE IN DISCESA

[da ITALIANI IN BULGARIA numero 26 del 29 settembre 1998]

La Economist Intelligence Unit è la parte del gruppo The Economist specializzata in analisi tematiche per grandi aziende, banche mondiali, etc. Ogni tre mesi pubblica rapporti su 180 paesi, Quello più aggiornato sulla Bulgaria è uscito nell’agosto scorso e ne abbiamo tradotto un breve riassunto. 

LE PROSPETTIVE PER IL 1998-1999

La coalizione ODS è stabile anche per via di una opposizione disunita e sfide extraparlamentari troppo deboli. Il governo sarà sotto pressione per accelerare le riforme strutturali, il programma molto ambizioso elaborato per gli investimenti probabilmente sarà limitato per aiutare e tenere molto basso il deficit di bilancio. L’aumento del PIL sarà deludente nel 1998 a causa delle importazioni irregolari e dei bassi consumi: però la previsione per il 1999 è per un aumento moderato, aiutato anche dagli investimenti. La pressione interna quanto esterna sui prezzi sarà leggera e l’inflazione annuale calerà nettamente. Il lev più forte insieme ai consumi ristabiliti contribuiranno ad un aumento del deficit di bilancio e della bilancia dei pagamenti.

SUL PALCOSCENICO POLITICO

Ivan Kostov è entrato nel secondo anno del suo mandato senza dover affrontare immediate minacce, con una coalizione unita e sindacati collaborativi. Il sostegno pubblico per lui potrebbe comunque diminuire, : ormai si notano alcune indicazioni per il consolidamento del centro-sinistra e il leader BSP è moderato. La riforma del sistema giudiziario e dei servizi dello stato hanno causato contraddizioni, ma il governo ha dimostrato flessibilità notevole per quanto riguarda la riforma dell’autonomia amministrativa locale.

ECONOMIA POLITICA

Il Fondo monetario internazionale ha consegnato anche le ultime due tranche e in questo momento sta negoziando un accordo per prolungare il finanziamente per altri tre anni. Il bilancio era in eccedenza prima del pagamento delle rate del debito estero all’inizio di luglio. Il governo sta pianificando un grosso programma per le infrastrutture ma è probabile che il FMI non lo provi nella sua interezza. Sono stati fatti progressi nella privatizzazione, il rallentamento della quale alcune figure del governo imputano agli intermediari. Le istituzioni finanziarie internazionali sono preoccupate per la scarsa trasparenza del processo di privatizzazione mamager-operai. Sono state accettate nuove leggi su turismo, IVA, concorrenza, insolvenza, assistenza sanitaria.

INDICATORI ECONOMICI

Le tendenze per la produzione industriale sono preoccupanti, specialmente per quanto riguarda la produzione da esportare, mentre gli investimenti sembrano rallentare. Le tendenze nei diversi settori sono variabili e sembra che dipendano dai consumatori, ma anche il commercio al dettaglio rimane ai livelli bassi del 1997. L’aumento degli stipendi è molto lento, mentre la lentezza della ristrutturazione tiene basso il livello della disoccupazione. L’inflazione continua ad abbassarsi.

NOVITA’ NEGLI AFFARI

La vendita della Banca postale è quasi finalizzata. La fusione della prima banca bulgara privata è molto probabile. Sono stati fatti dei cambiamenti al vertice della Multigroup. Si sta discutendo un prestito della Banca mondiale per l’aumento della capacità di produzione dell’elettricità, ma il governo vorrebbe conservare Kozloduy come fonte di energia elettrica nucleare, Uno dei più grandi stabilimenti, il produttore di fertilizzanti Chimko, sta vivendo problemi molto gravi.

COMMERCIO ESTERO E PAGAMENTI

L’esportazione è leggermente sotto e l’importazione leggermente sopra ai livelli del 1997. L’importazione di beni di largo consumo è aumentata fortemente, così come l’importazione di mezzi di trasporto. Nel conto corrente dei pagamenti c’è un deficit per i primi tre mesi del 1998, mentre per lo stesso periodo dell’anno scorso era in eccedenza.