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Da quando si era dato al giornalismo radiofonico, Mauro Suttora doveva alzarsi presto il mattino per presentarsi prima delle 7.30 in corso Sempione, dove il redattore Lanfranco Palazzolo si stava già rischiarando la gola per scatarrargli in un occhio (era il suo modo di augurargli il buon giorno) e rivolgersi agli ascoltatori per annunciare il palinsesto.
"Buongiorno agli ascoltatori di Radio radicane dagli studi di via Emanuele Filiberto"
"Ecco sì, via Emanuele Filiberto, per favore"
"No no, è proprio una cosa toponomastica"
"Ma quando mai, se è ancora vivo, purtroppo, come fa ad avere intitolata una via??"
"Come purtroppo? Guarda che l'amore vince sempre sull'odio..."
"...e sull'invidia. Ma casomai sarà corso Vittorio Emanuele, o viale Regina Margherita, o via Principe Amedeo..."
"Suttora, ti richiamo al rispetto della mia cultura..."
"...e della mia religione"
"E quale sarebbe?"
"Sono agnostico"
"E qual'è il dio degli agnostici"
"E che ne so? Sono agnostico!"
"Cioè ignorante, come ho sempre sostenuto. Veniamo al palinsesto, va ora in onda la rassegna stampa del direttore Massimo Bordin, seguirà per tutto il giorno il requiem di Mozart intervallato da brevi interventi di Marco Pannella"
Con questo simpatico siparietto tra Palazzolo e Suttora si aprivano ogni mattina le trasmissioni di Radio radicane per consentire al direttore di cominciare in ritardo la rassegna stampa.
"Buongiorno agli ascoltatori di Radio radicane con la rassegna stampa quotidiana. Cominciamo subito con un breve articolo di Bondinelli sul Foglio"
Suttora: "Ma come Bondinelli? E' Bondi o Bandinelli?"
Bordin: "Un incrocio"
"Ma che orrore! Povero Angiolo"
"C'è di peggio, ecco sul Mattino di Padova un incrocio tra Suttora e Tosoni, un articolo a firma del collega Suttosoni"
"Ma che schifo! E' raccapricciante! E'..." protestò reiteratamente Suttora mentre Bordin rendeva edotti gli ascoltatori del titolo del Mattino di Padova
SUTTORA CONDANNATO IN CASSAZIONE
Il giornalista playboy dovrà pagare gli alimenti anche alla sesta ex moglie. Il vittorioso divorzista Granzotto ottiene per Madonna anche il gigantesco ranch di Farmville. Il radicale Cappato: “Giusta sentenza”. Capezzone accusa: “Magistratura eversiva”.
Nicolino Tosoni da Clauzetto, ma residente ad Albignasego, fu da questa seconda località violentemente proiettato indietro proprio tra i monti di Clauzetto dalla potentissima eiaculazione di Armando Crocicchio, il cui martello pneumatico usava traforarlo ogni lunedì da mezzanotte a mezzogiorno per concludere sempre puntualissimo schizzandogli nell'orifizio posteriore una raffica di spermatozoi grossi come rospi, che il Tosoni spendeva le successive dodici ore nell'espellere dolorosamente saltellanti dalla cavità, o meglio caverna, anale.
A poca distanza sulle alpi orientali, l'eroico leader metalmeccanico liberale Granzotto spendeva il suo tempo familiarizzando con i rospi sulle Montagne dei Rospi Mutanti, dove si era esiliato per sei mesi (così lui credeva) per simulare la propria dipartita ad opera del sicario Londradical, che ne aveva barattato il granzotticidio con il reciproco cappaticidio da parte di Suttora, il quale aveva a sua volta contrattato con Bonino il cappaticidio da parte di costei in cambio di eliminarle tutti i 2029 capezzoni italiani servendosi di un alligatore, la qual cosa al ritmo di tre capezzoni al giorno avrebbe richiesto quasi due anni, all'insaputa del povero Granzotto, ignaro che avrebbe dovuto trascorrere altri due inverni tra i rospi, che erano mutanti per evidenti ragioni di trattamento tosoniano anale.
In cotanta letteratura anale, il lettore si chiederà ansiosamente dove fosse andato ad abitare il Granzotto negli anni ottanta secondo la monumentale biografia opera del Cominelli, che Londradical continuava a leggere avidamente.
Dopo via Metastasio il Granzotto trascorse ancora un anno a Milano, trasferendosi però in via Val Lagarina. Il nome Vallagarina o Val Lagarina (Lagertal in tedesco) identifica l'ultimo tratto tra i monti della valle percorsa dal fiume Adige. Il limite superiore è fissato comunemente all'altezza dei "Murazzi", stretta della valle poco a nord del paese di Besenello, circa 10 km a sud di Trento; a nord di essa la valle prende il nome di Val d'Adige. Il limite inferiore è lo sbocco in pianura Padana del fiume presso la Chiusa di Ceraino. Le parti più a nord della valle in cui scorre l'Adige sono chiamate Val Venosta tra le sorgenti e Merano, e Val d'Adige tra Merano e l'inizio della Vallagarina. Come la Val d'Adige, anche la Vallagarina è di origine glaciale. Dal punto di vista orografico la valle separa le Prealpi Bresciane e Gardesane ad ovest dalle Prealpi Venete ad est. La valle è caratterizzata dalla presenza di vari forti costruiti a difesa dell'Impero Austroungarico sul finire del XIX secolo. Nella parte nord della valle, in località Lavini di Marco presso Rovereto, sono visibili le orme di dinosauri della specie Camptosaurus (erbivoro) e Dilophosaurus (carnivoro) che vi vissero nel periodo Triassico (circa 200 milioni di anni fa). La stessa località è citata da Dante Alighieri nel Canto XII dell'Inferno a causa degli enormi massi causati da una grande frana che si abbatté sulla sinistra orografica dell'Adige, causando a un antenato del Granzotto, tale Lagarino Granzotto, un violento mal di testa.
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